"È partito il registratore?", mi chiede con una certa ansia Tommaso Paradiso, leader maximo dei Thegiornalisti, musicista assurto a sex symbol (non a caso ha battezzato Love l’ultimo album) prima di sottoporsi all’ultima, sfiancante intervista che lo separa dalla salvifica dose quotidiana di fitness nella palestrina dell’hotel che ha eletto a domicilio delle sue frequenti trasferte milanesi.

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Francesco Prandoni//Getty Images
Tommaso Paradiso, 35 anni, è in tour con Thegiornalisti (info: Thegiornalisti.org).

Stanco, eh? E io che volevo partire dall’infanzia…
Tranquillo, ne ho avuta una da 10 e lode. Potrei raccontarle tutto, dal primo giorno dell’asilo alla fine del liceo. Figlio unico, ok, ma con tanti parenti e circondato sempre da amici. Casa di mia madre, grossista di pietre, che mi ha cresciuto da sola, era un porto di mare, con il frigo sempre pieno per la gioia di stare insieme: sa come si dice, di con-di-vi-de-re.

Non le è pesato non avere accanto suo padre oppure un fratello?

Sono stato bene così. E poi sa, sono quelle opzioni che non puoi mai decifrare se non le vivi. Come si fa a rimpiangere quel che non si è mai provato.

Diventato cantautore, ha prestato solenne giuramento a se stesso: «Qualunque cosa entrerà in un mio disco dev’essere vera, sincera», ha detto. Rispetta sempre questa regola aurea?

Sì, le rarissime volte che non lo faccio mi sento sporco, fuori posto. E alla prima occasione quella roba la scarto, la butto via. Sono del partito di Hemingway: la prosa dev’essere molto netta, autentica, chiara, pulita. E avere anche coraggio. Se ci sono questi elementi mi ritengo soddisfatto.

I Thegiornalisti: in centro Tommaso Paradiso,pinterest
Carolina Amoretti
I Thegiornalisti: in centro Tommaso Paradiso, alle sue spalle Marco Primavera (32) e a destra Marco Antonio Musella (32 anni) .

Titolo inglese anche per l’ultimo album, Love (Carosello), ma testi in italiano…

Non sopporto chi ha passato la vita in un quartiere di Roma o Milano ma fa l’internazionalone. A qualcuno l’operazione riesce, ma il pubblico si accorge se non c’è coerenza fra l’autore e la sua opera.

Per Dolce e Gabbana, lo scorso giugno, è salito pure in passerella. Lo rifarebbe?

Sì, e per un buon motivo: essendo un maniaco del controllo, come suggerisce anche il titolo di un brano del mio disco, la mia “prima volta” di qualunque cosa cado preda di una tensione insostenibile. Ora che so come funziona lo rifarei più tranquillamente. Solo un’altra sfilata, poi basta.

Dolce & Gabbana - Runway - Milan Men's Fashion Week Spring/Summer 2019pinterest
Jacopo Raule//Getty Images
Tommaso Paradiso sfila per Dolce & Gabbana

Com’è in generale il suo rapporto con le griffe?

Non seguo la moda in senso stretto ma scoperchio il mondo per trovare il pantalone o la scarpa che voglio io. Potrei stalkerare un attore hollywoodiano solo per estorcergli dove ha comprato una T-shirt.

Senza uscire da Roma, lei sa che assomiglia un po’ a Nanni Moretti da giovane?

Prima, quando ero più gracilino, portavo i capelli ricci e la barba era meno folta, me lo dicevano in tanti. Rivedendo i suoi film mi ritrovo spesso nei suoi personaggi. Ma ancora di più nei suoi pensieri. Come in quei momenti di rottura in cui guarda in macchina e se la prende, che so, con i critici...

In che senso, scusi?

Anch'io, a volte, nelle mie canzoni, ho uscite laterali in cui esprimo direttamente il mio pensiero, senza filtri.

Non teme la scambino per moralista?

No, perché la morale la faccio più che altro a me stesso: quando sbaglio me lo dico. Ultimamente, forse, il Super Io è uscito in modo più prepotente.

Hanno definito il vostro nuovo disco “emotional”, sentimentale: è questa l’anima più profonda dei Thegiornalisti e/o del loro frontman?

Come negarlo? Se penso alla storia dell’arte mi metto tra i romantici: Hayez, Géricault, Delacroix. Il mio romanticismo forse è un po’ più leggero. E spero mi salvi l’autoironia: il lato sbruffoneggiante, comico, vanziniano, lieve dell’esistenza.

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I Thegiornalisti in concerto.

È molto accorto nell’uso delle parole: Felicità puttana, altro brano del disco e hit dell’estate appena finita, le è per caso scappata?

Mi è uscita di getto, ma come potrebbe dirla anche un bambino, senza volgarità, da romano tenerone. Come quando gli Stadio cantano «Grande figlio di puttana». Perché la felicità è un po’ così: quella cosa che desideri, l’afferri ma poi sfugge.

È vero che qualunque parola catturi si trasforma per lei in suono, immagine musicale? È una benedizione o una condanna?

Non è una condanna ma un meccanismo che utilizzo solo quando arriva il momento di scrivere. Se lo faccio come esercizio mi riesce sempre molto bene: potrei leggere qualsiasi tipo di testo e subito cantarlo perché le parole hanno dentro un suono. Una volta che hai le parole, il 99 per cento della canzone è risolto.

Thegiornalisti è un marchio di fabbrica. Ma ovviamente allude anche al mestiere di chi fa informazione. Com’è davvero il suo rapporto con la categoria?

Giuro che non ci ho mai pensato. Con voi ci incontriamo poche volte l’anno, in queste occasioni. Sono rapito da alcuni che hanno sapienza nel fare domande e ascoltarti. Altri invece si vede che sono incompetenti o svogliati. Oggi a uno ho quasi attaccato il telefono in faccia. Poi gli ho detto di richiamare dopo essersi preparato, almeno un po’.

Uno dei nuovi brani è Dr. House. Cosa rappresenta questo personaggio? Una figura rassicurante, un esempio di vita?

House mi ha fatto piangere a dirotto tantissime volte, sia nei momenti di gioia che in quelli down. Lui è la sintesi di tutto: un uomo geniale, che prende il Vicodin per non soffrire, ma rimane comunque lucido. È solo, ma ha bisogno degli altri e quando è in compagnia fa di tutto per isolarsi. Ama e ha paura di amare, vivendo nella costante perdita di ogni persona che gli sta vicino. È un musicista, un dottore, un diagnosta assoluto. Un genio folle. Peccato non esista: andrei subito in pellegrinaggio al suo ospedale.

Alessandro Borghi, Matilda De Angelis: gli attori di professione entrano nei suoi videoclip. E lei non si tira indietro, se c’è da metterci la faccia. Pensa a una carriera parallela?

Troppo difficile. Non vorrei mai finire sullo schermo e sentirmi dire alle spalle: guarda, solo perché è lui ha fatto un film, ma è un cane. E c’avrebbero ragione. Non penso di saper recitare e non parlo neanche tanto bene, ogni tanto biascico. Al massimo potrei fare una parte marginalissima in un western: uno della banda degli ultimi quattro cowboy a cavallo.

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Sappiamo che è salutista, fissato col bio e il cardiofitness. È anche ipocondriaco, alla Verdone?

Certo, e con lo sport e l’alimentazione cerco di tenere a bada le mie fobie. Di solito funziona.

Sa dominare anche i social o è schiavo del dover essere always on?

Da Facebook mi sono tolto: trovavo solo gente che vuole dissentire su tutto. Instagram ce l’ho e mi serve a condividere le novità di Thegiornalisti, ma lo gestisco senza accanimento.

Politica: visto che non si può farla a suon di canzoni, in cosa consiste il suo impegno?

Sosterrei chiunque in qualche modo riuscisse, con una strategia efficace, a riportare la politica sul piano del confronto.

Quanto contano i soldi nel benessere della sua vita di oggi?

Molto. Non bisogna essere ipocriti. I soldi contribuiscono a crearlo, il benessere. Ti danno dei vantaggi. Poi naturalmente ci sono mille modi per stare bene anche con poco.

Come compagna di vita si è scelto Carolina, imprenditrice. Per stare con lei le donne devono essere autonome?
Sì, stimo di più la donna che ha una sua identità anche nel lavoro. Naturalmente la cosa dev’essere reciproca.

Downsizing Premiere & Opening Ceremony - 74th Venice Film Festivalpinterest
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Tommaso Paradiso e la fidanzata Carolina Sansoni al Festival di Venezia 2017.

A 35 anni considera mai l’eventualità di un figlio?

Immagino che prima o poi verrà. Ora stiamo facendo un sacco di cose... Ecco, nascere nel bel mezzo dell’esplosione di un disco non sarebbe la trovata migliore. Ma spero che quando le acque si calmeranno, possa anch’io diventare padre. E non una volta sola: mi piacciono le famiglie molto numerose. Facciamo questo tour, poi andiamo in vacanza, poi tornerà l’estate, chissà...