La vita di Tom Hardy, fin qui, è stata come una canzone rock: luci e ombre. Le ombre di un’infanzia difficile e di un’adolescenza altrettanto complicata, con problemi di alcol e droghe che l’hanno condotto dritto in clinica, per disintossicarsi. Le luci, anzi, la classica luce in fondo al tunnel è stata per lui il teatro (ma prima di studiare alla Richmond Drama School e al Drama Centre di Londra, Tom Hardy ha vinto, a 21 anni, un concorso come modello, ndr). «Senza la recitazione non so come avrei potuto fare. Mi sono buttato completamente nel lavoro per risollevarmi», confessa ora schiettamente. Ma l’aura da maledetto, quella gli è rimasta cucita addosso, insieme a una serie di leggende metropolitane.

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Anton Novoderezhkin//Getty Images
Tom Hardy, 40 anni.

Si dice che una volta abbia inseguito e catturato dei ladri che cercavano di rubargli la macchina; che le automobili, specialmente le Audi, di cui possiede un prototipo sportivo decappottabile da schianto, siano una delle sue passioni; si racconta di come abbia soccorso e aiutato una donna che si era fatta male per strada; di come sia sempre generoso e pronto ad aiutare, anche finanziariamente, gli amici più cari. Si dice ancora che, tra i tanti tatuaggi che costellano il suo corpo tonico, ce ne siano un paio con il nome della moglie, l’attrice Charlotte Riley, e quello del suo manager. E che un terzo tatuaggio sia stato realizzato su design dello stesso Leonardo DiCaprio: una frase che dice “Leo sa tutto”, risultato di una scommessa persa, a proposito della sua nomination come attore non protagonista per Revenant (film per cui Hardy è stato alla fine candidato e DiCaprio vinse il tanto sospirato Oscar da protagonista, ndr).

Leonardo DiCaprio attends a Q&A following a BAFTA screening of 'The Revenant'pinterest
Dave J Hogan//Getty Images
Tom Hardy con Leonardo DiCaprio (a sinistra).

Si dice infine che si aggiri spesso da Bike Shed, un club per motociclisti che definisce il suo posto preferito a Londra (ci ha festeggiato perfino il suo quarantesimo compleanno, il 15 settembre 2018, ndr), in cui ha investito al punto che sogna di aprirne uno gemello a Los Angeles. E che, oltre che al quartiere ricco di Richmond dove vive con la moglie, bazzichi ancora l’appartamento a East Sheen, un sobborgo londinese dove ha trascorso la giovinezza e dove ancora vivono i suoi genitori, il padre scrittore e la madre artista. Da lì è partito, diciotto anni fa, per il suo primo ingaggio americano, la miniserie Band of brothers, prodotta da Steven Spielberg e Tom Hanks, seguita da un importante esordio al cinema, in Black hawk down di Ridley Scott.

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Da allora la sua carriera va a gonfie vele, e la leggenda si è alimentata di nuovi riconoscimenti e galloni. Come quello di Glamour Uk, che lo scorso febbraio l’ha eletto uomo più sexy del 2018. Quando glielo ricordo, alza gli occhi verde-azzurro al cielo, in un gesto che più o meno sta a significare: cosa mi tocca sentire. Sono altre le imprese che impegnano la mente di Hardy, come l’ultima sfida: trasformarsi nel più camaleontico dei villain dei fumetti in Venom, spin-off di Spider-Man. Homecoming, dal 4 ottobre 2018 al cinema. «Sono un po’ nervoso, non lo nascondo, perché le aspettative dei fan sono incredibili. Ma devo ammettere che mi sono divertito un mondo a recitare questo doppio personaggio».

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Courtesy photo
La locandina di Venom, al cinema dal 4 ottobre 2018.

La locandina del film dice già tutto: mostra l’immagine di un uomo e di una specie di lucertolone.

Sì, sono stato conquistato subito da questo ruolo, o meglio: da questi due ruoli. Anche in Legend interpretavo due fratelli gemelli, qui però incarno una coppia di creature completamente opposte. È stata un’impresa quasi schizofrenica, come se una malattia mentale mi avesse travolto la mente, qualcosa di oscuro che mi ha ricordato i tempi della mia adolescenza: quando ero preso in un baratro, a causa della dipendenza da alcune sostanze, costretto a confrontarmi coi miei demoni. È stato una specie di processo introspettivo e psicanalitico. Ma penso che, alla fine, Venom sia un film davvero cool. Saranno poi i fan a giudicare, ma mi piace quella modalità diretta, feroce, quasi ironica, nonostante si parli di un mostro che divora e uccide.

Per chi non conosce a fondo i fumetti, ci racconti qualcosa di questo personaggio Marvel, che compare pure accanto all’Uomo Ragno.

È una creatura interessante, intensa e complessa. Il lato “umano” è quello di Eddie Brock, un giornalista che cerca di salvare la sua immagine pubblica dopo uno scandalo. E investiga su una fondazione il cui leader, il milionario dottor Carlton Drake (interpretato dal bravo Riz Ahmed, ndr), attua nel suo laboratorio pericolosi esperimenti in cui il corpo umano vive in simbiosi con quello di creature aliene. Alla fine anche Eddie si ritrova, suo malgrado, abitato da una sorta di superpotere maligno e incontrollabile. Venom è un antieroe, non per scelta, ma per circostanze sfortunate. Questo gli regala un aspetto drammatico, che talvolta sfiora il grottesco.

Grottesco ma spietato.

Non dimentichiamo che la sua etica è quella di un alieno, molto lontana dalla logica di un essere umano comune. E come ha detto anche Riz a proposito del suo personaggio, un uomo ricco e disturbato, chi è cattivo trova sempre una scusa per il suo comportamento, non si vede per quello che è, ma si giustifica.

È noto per dare tutto se stesso nei film. Come è andata nei panni del duplice Venom?

Le voci sono state, forse, la parte più difficile, quella su cui mi sono concentrato di più. Eddie Brock è un uomo normale, ma per Venom mi serviva qualcosa di più profondo e complesso, una voce che si distinguesse totalmente. Allora, essendo molto appassionato di musica, ho pensato a James Brown.

James Brown?

C’è qualcosa di elettrico nella sua voce, colmo di soul e allo stesso tempo primordiale, che mi fa impazzire.

È un appassionato di soul e rhythm and blues?

Sono un eclettico. Passo da arie dell’opera lirica o dei balletti, a Mozart, Wagner, Schubert, dal blues al jazz, dall’hip hop alle canzoni di Jennifer Lopez e Justin Timberlake (per un periodo ha lavorato pure come produttore hip hop e rapper, ndr).

Per la voce di Al Capone nel suo prossimo film, Fonzo, si dice che abbia invece trovato ispirazione nei cartoni animati.

Per la precisione, in quelli di Bugs Bunny, il famoso coniglio. Ha qualcosa che mi fa pensare a un gangster.

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Tom Hardy in una scena di Venom.

In questo momento sta lavorando moltissimo, le manca stare lontano dalla sua famiglia?

Per Venom abbiamo girato a San Francisco, New York ed Atlanta, per Fonzo a New Orleans. Di certo non è facile, ma poi è sempre bello tornare a casa. Ci tengo a mantenere la mia privacy, a separare la vita personale, che alla fine è quello che davvero conta per me, da quella professionale. Anche se alla fine è stato a mio figlio che mi sono affidato per i consigli più utili su Venom: è un accanito lettore di fumetti. Gli ho chiesto se mi trovasse abbastanza realistico (ride, ndr). La sua influenza è stata fondamentale e stare con lui è la cosa che mi dà più gioia.

Tom Hardy con Michelle Williams in Venompinterest
Frank Masi
Tom Hardy con Michelle Williams in Venom.

Con suo padre, invece, Chips Hardy, ha creato, coprodotto e interpretato la serie tv storica Taboo, realizzata con la sua compagnia di produzione: Hardy Son & Baker.

È vero: è una storia uscita dalle penne di entrambi e ambientata nel 1814, racconta la vicenda di un uomo che torna in Inghilterra dopo dodici anni trascorsi in Africa. Pensiamo di continuare con altre stagioni.

Tom Hardy in Taboopinterest
Courtesy photo
Tom Hardy nella serie tv Taboo.

E i prossimi progetti da attore?

Interpreterò il fotografo di guerra Don McCullin nel film basato sulla sua esistenza avventurosa, Unreasonable behaviour. Ma in futuro ci terrei sempre più a scrivere, produrre e dirigere.

Stanco di fare l’attore?

È un mestiere che ti mette costantemente alla prova, sotto indagine, tocca mantenere sempre alta la guardia e la capacità di essere brutali e onesti con se stessi, non accontentarsi mai, pretendere sempre di più. Le dirò però che ora, con la saggezza della mia età, ambisco anche e soprattutto alla felicità personale. Quindi mi sono dato una bella calmata: in fondo, la perfezione è solo una bella utopia.

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Anthony Harvey//Getty Images

Tom Hardy vita privata

Tom e Charlotte Hardypinterest
Mike Marsland//Getty Images

Nella foto sopra, Tom Hardy con la moglie, l’attrice Charlotte Riley, 36 anni, conosciuta nel 2009 sul set della serie Cime tempestose e sposata nel 2014. Da lei ha avuto, l’anno successivo, il suo secondo figlio. Secondo i tabloid, l’attrice sarebbe ora in attesa del terzo. Il primogenito di Hardy, nato nel 2008, è invece figlio di Rachel Speed, assistente alla regia conosciuta sul set della miniserie The virgin queen.

Tom Hardy in Venom: il trailer del film