Pare proprio che Lucio Battisti sia, anche negli anni della trap che stiamo vivendo (e che comunque, almeno da queste parti, accogliamo con piacere in tutte le sue forme) ancora perfettamente in grado di fare battere fortissimo i cuori. E, si badi bene, non intendiamo solo quelli dei, diciamo, suoi contemporanei, ma anche, e pure a frotte, quelli dei giovani e dei giovanissimi (basti pensare a quanti si presentano, per dire, a un provino di talent con una sua canzone). E ciò accade perché, com'è indubbio, il linguaggio del cantautore, scomparso ormai da vent'anni, è di quelli universali, senza tempo, un linguaggio immune all'effetto "senti com'è sorpassato" e invece, al contrario, sempre fresco. Tant'è che, giusto per fare un esempio di fiammante attualità musicale, il duo milanese di grandissimo successo dei Coma Cose gli ha reso omaggio nei suoi pezzi urban-rap-pop. Ma che cosa è, dunque, successo all'intramontabile discografia del Lucio nazionale? Ebbene, è successo che, tra sabato 15 e domenica 16 settembre, i dischi Exitos en español (Remastered) e Il meglio di Lucio Battisti (Remastered) sono tutto d'un tratto comparsi su diverse piattaforme digitali di streaming, tra cui Spotify, Deezer e Amazon Music.

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Ma quello che per tantissimi utenti è stato un meraviglio e inaspettato regalo, è durato davvero poco. Perché Sony "said no, no, no". La casa discografica ha, infatti, fatto sparire in un baleno tutte le canzoni di Battisti dal web, per poi diffondere un comunicato ufficiale dove spiegava come il tutto fosse nient'altro che "un'operazione di natura illecita" per la quale annuncia iniziative legali volte a "inibirne la continuazione ed ottenere il risarcimento del danno subito". "In relazione alla recente pubblicazione di Exitos en español (Remastered) e Il meglio di Lucio Battisti (Remastered) sulle piattaforme di streaming musicale Spotify, Deezer e Amazon Music", hanno scritto i legali della Sony, "da parte di una non meglio identificata etichetta 'Universal digital enterprises', la Sony Music Entertainment Italy Spa precisa che si tratta di una operazione di natura illecita in quanto realizzata con registrazioni fonografiche di sua proprietà la cui titolarità appare, sulla base delle prime informazioni in possesso della società, usurpata dalla citata "Universal Digital Enterprises". E Mogol, autore di tantissimi testi dell'amico fraterno Lucio, che ha detto? Posto che aveva anche altro a cui pensare, il più amato paroliere della canzone italiana (da sempre più propenso di altri a digitalizzare il repertorio di Battisti) nel corso di un intervento pubblico, tenuto domenica 16 settembre alla manifestazione "Palcoscenici sotto le stelle" di Cellole, in provincia di Caserta, ha dichiarato: "Vi devo dare una notizia: da oggi, per la prima volta, Battisti è su Spotify. Ci sono due o tre canzoni che hanno messo, però, [digitalizzandole] da dei dischi graffiati, ma noi stiamo protestando per fare mettere tutto a posto. Comunque venti canzoni sono già su Spotify e presto arriveranno tutte le altre".

Il nuovo presidente della SIAE, dunque, ama la diffusione della musica tutta, anche attraverso lo streaming, purché questa, ça va sans dire, avvenga nella legalità. Non ci rimane, quindi, che sperare che la seconda volta di Lucio su Spotify avvenga con il consenso di tutte le parti, così che il suo sia un ritorno, come cantavano i Take That, "for good". Per sempre, come per sempre sono le sua canzoni.