Ora che non fa più parte della strana coppia dei Comunisti col Rolex, e, anzi, pare proprio aver preso le distanze dai social addicted (forse pure troppo, per uno come lui parecchio restio a fare sfoggio del privato su Instagram) Ferragnez, J-Ax pare vivere un momento altamente emotivo. Così, dopo l'annuncio della reunion con il socio degli esordi Dj Jad, con il quale resusciterà gli Articolo 31 in occasione degli 8 live di ottobre al Fabrique di Milano, Alessandro Aleotti s'è, a sorpresa, lasciato andare a un racconto parecchio intimo. In un post su Instagram, il rapper 44enne ha, infatti, voluto raccontarci delle difficoltà che lui e la moglie Elaina hanno avuto nel riuscire a concepire il loro primogenito Nicolas. Ma non solo: J-Ax ha anche voluto lanciare un'istanza politica, in netta e drastica opposizione alle recenti uscite dell'esecutivo, che sembra voler mettere un freno alla fecondazione assistita in Italia.

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"Ho voluto scrivere un pezzo per le persone che vivono il dramma di voler creare una nuova vita, senza riuscirci, situazione in cui per qualche anno mi sono trovato anch'io. In Italia - ha scritto Alessandro, in veste di padre, attirando immediatamente a sé tantissima solidarietà (in netta, per fortuna, prevalenza rispetto al solito sprezzo) - siamo in tantissimi, ma per qualcuno siamo troppi. Dovremmo essere zero. Infatti leggiamo più spesso di iniziative che questo Governo vorrebbe prendere contro la fecondazione assistita e tante altre procedure che aiutano decine di migliaia di coppie italiane a creare una famiglia insieme. Trovo assurdo che un Governo fatto, almeno per la parte più gialla, di persone che ho sempre rispettato e ammirato per la scelta di portare avanti principi di libertà e giustizia possa rendersi partecipe di una ingiustizia simile. Anche perché di certo non è una scelta di nessuno trovarsi in una situazione così, ma si tratta di qualcosa che colpisce tutti trasversalmente, senza favoritismi o pregiudizi: destra, sinistra, leghisti, comunisti, grillini e gente che si nutre solo del proprio respiro. Per questo motivo, prima di andare fino in fondo e negare a centinaia di migliaia di italiani il diritto di avere un figlio, vi chiedo un piccolo gesto di empatia: come vi sentireste voi se, da un momento all’altro, il rumore del respiro e le risate del vostro bambino sparissero? Quel vuoto è quello che vivono tanti italiani come voi. Quel vuoto tanti non desiderano altro che colmarlo con l’amore. E l’amore, voi, o chiunque altro, non avete il diritto di fermarlo.".


Ma quali sono, concretamente, i segnali che fanno intendere che il "governo del cambiamento" sia piuttosto un "governo dei passi indietro" in materia di fecondazione assistita e diritti civili? Beh, a parte le uscite del senatore leghista Pillon, che più che retrograde accarezzano la definizione di medioevali, lo scorso luglio il Ministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana (Lega) aveva ribadito come per lui "l’attuale assetto del diritto di famiglia non possa non tenere in conto cosa sta accadendo in materia di riconoscimento della genitorialità, ai fini dell’iscrizione dei registri dello stato civile di bambini concepiti all’estero da parte di coppie dello stesso sesso, facendo ricorso a pratiche vietate dal nostro ordinamento e che tali dovrebbero rimanere". Per essere ancora più chiaro, il ministro aveva aggiunto, nel corso di una conferenza stampa la sua intenzione a contrastare "in tutti i contesti possibili la pratica dell’utero in affitto, vietata dal nostro ordinamento, anche penalmente». La posizione del vicesegretario leghista viene sostenuta dal suo leader di partito, nonché vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «Fino a quando io sarò ministro, gameti in vendita e utero in affitto non esisteranno come pratica, sono reati. Difenderemo in ogni sede immaginabile il diritto del bambino di avere una mamma e un papà». E anche per questo Governo, il cambiamento può aspettare.