Prima di entrare nel merito del perché, oggi, Paola Barale sia davvero furibonda, vorremmo capovolgere la faccenda, e guardarla dalla prospettiva opposta, ovvero: perché il fatto che un paparazzo (uomo, donna, di qualunque genere egli sia, poco o nulla importa) si senta in diritto di entrare in una proprietà privata e fotografare una persona, sul balcone di casa sua, a seno nudo e poi pubblichi quella foto, è qualcosa di legittimo? Perché un intruso può rubare un momento di intimità, senza chiedere alcun permesso e, soprattuto, entrando con chip quale stratagemma in uno spazio, sottolineiamo, privato, e questo per la legge risulti essere okay? Ecco, se a queste domande avete risposto qualcosa del tipo: "perché i personaggi pubblici bla bla bla", passate pure a un'altra lettura, se, invece, ritenete questi fatti rilevanti, eccovi la storia al completo.

Paola Barale, aka colei che più volte abbiamo ammirato per il suo fisico spaziale ma anche colei che quando ha partecipato come concorrente di Pechino Express rifiutò di denudarsi durante una prova, dando dimostrazione di una, in parte inaspettata ma del tutto legittima, pudicizia, la scorsa estate è stata fotografata a seno nudo, di prima mattina, anzi "appena sveglia", sul balcone della sua casa di Ibiza. Paola Barale ha chiesto che le fosse riconosciuta la violazione della privacy, ma ieri le è arrivata notizia che "due giudici donne", come sottolinea, "hanno ritenuto che il reato non sussista".

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Paola Barale ha definito la sentenza un altro esempio di bullismo giustificato, usando il termine, crediamo, non a sproposito: che cos'è, infatti, il bullismo, se non la prevaricazione da parte di chi in quel momento si sente la parte forte, verso chi, al contrario, è indifeso? Certo, ci sono atti di bullismo che colpiscono maggiormente, perché finiscono nella sfera della violenza fisica, ma che ne sappiamo noi della violenza privata, psicologica e molto intima di cui si è sentita vittima Paola Barale? Se non ricordiamo male la vicenda dell'attrice Jennifer Lawrence, di cui erano state divulgate in rete fotografie molto molto personali, aveva colpito la così detta opinione pubblica, tant'è che pareva nell'aria un bel giro di vite attorno alla diffusione di materiale di quel tipo. Da noi, è evidente, no. "Non raccontatemi che un personaggio pubblico deve accettare tutto lo schifo"- scrive la presentatrice - "In quel momento io ero Paola a casa mia, appena sveglia". Così conclude "Viviamo in un sistema che fa acqua da tutte le parti... Accetto, mio malgrado la giustizia, se così si può chiamare, e la sconfitta, ma c’è una cosa a cui non rinuncio: la dignità #accettomanoncondivido". Anche noi.