Cara Chiara (Ferragni), io ti capisco. Stavolta ancor più, ma non indugiamo troppo nel rivangare, di quando il tuo professore ti ha dato della copiona, perché stavolta ci sono di mezzo pure le amiche e, mia cara Chiara, io sono come te: se mi toccano le amiche divento una belva. Certo, il nocciolo della tua lite furibonda con il Corriere della Sera è più profondo e pulsante. E qui veniamo ai fatti: il quotidiano più importante d'Italia nemmeno 36 ore fa se n'è uscito con un racconto dell'addio al nubilato della Ferra che ne misurava il livello di adeguatezza in centimetri giro-coscia, chilogrammi persi e ancora da perdere, e somiglianze di connotati tra te e le tue/i tuoi (che c'erano anche dei maschi, anche loro sosia di Ferragni?) compagni di viaggio (tra l'altro, due sono le tue sorelle, più difficile sarebbe stato non trovare nemmeno un punto in comune). Un inno proporzionalmente inverso a quello tutto libertà e self confidence dell'Estetista Cinica, di cui di recente vi abbiamo parlato e che ci aveva rapito il cuor.

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In pratica, o almeno così lo hai interpreto tu, questo altro non è che un esempio, seppur velato qua e là di qualche carezza complimentosa, di patriarcalissimo bodyshaming. Che se è vero che definire patriarcale ha ancora senso, è vero anche che sempre più spesso, è spinto con un certo vigore, dalle stesse donne. Così la domanda, credo legittima, è: non ci siamo ancora stufate? Non ci siamo ancora venute a noia a noi stesse con quel dito che indica e commenta l’altrui corpo, le altrui scelte e, tornando all’incipit, le altrui amiche? Ora, è certamente vero che se di lavoro vivi su Instagram non puoi pretendere in alcun modo di essere esente da critiche, e, si sa, anche da cose peggiori, ma forse dalla cronaca del tuo bachelorette party redatta da un quotidiano “di prestigio” e non da un giornale di gossip, ci si può anche aspettare un contenuto migliore. E invece siamo ancora ferme lì, ferme a quello stupito “rotonde e felici” (come se le amiche della Ferragni dovessero per contratto essere top model), a quei "i cinque chili guadagnati con la maternità" da perdere "con calma".

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Ci sono state innumerevoli volte in cui Chiara Ferragni è apparsa come non appartenente alla nostra stessa specie (ci ha fatto vedere un anello di fidanzamento da nobiltà inglese, ci ha regalato un video tour della sua nuova casa milanese che, avendo io appena traslocato, non ho voluto guardare, ha ricevuto la proposta di matrimonio sul palco di un concerto con decine di migliaia di persone e che poi è diventato un video su YouTube da milioni di views), ma stavolta, proprio stavolta, che è voluta apparire come una 31enne normale e benestante, circondata da amiche normalissime, proprio stavolta le dobbiamo rinfacciare che, mannaggia, non è poi così perfetta? Ripeto: ma non ci siamo stancate di cercare come cani da tartufo il punto debole dell'altra per cercare di affondare non la lama, che sarebbe esagerato, ma la lima per unghie, quella sì?