Chiara Ferragni è caduta sul latte. Non versato, ma in polvere. Ebbene sì, dopo la notizia che la vedeva vestire i panni non della fashion addicted ma della copiona, la Ferra è di nuovo al centro di una polemica piuttosto infuocata. Il fattaccio è questo: l'influencer ha postato si Instagram una foto, al solito, insieme al figlio Leone, con a fianco un barattolo di latte in polvere americano, che lei sostiene di dare al figlio da quando ha due mesi, scrivendo: «Solo il meglio per il mio Leo. Ho scelto .... perché è vicino al latte materno ed è anche il marchio No.1 raccomandato dai pediatri negli Stati Uniti». E aggiungendo che ha smesso di allattare perché il suo latte «non era sufficiente per le esigenze di Leone». Ora, lungi da noi entrare nel merito di scelte assai personali e talvolta sofferte come quelle riguardanti l'allattamento al seno, ma il problema (ed è questa e non le montagne di commenti risentiti delle fan della "tetta" la ragione per cui il post è stato rimosso), è che fare pubblicità al formula per bambini appena nati è illegale e a dirlo è il decreto ministeriale 82 del 2009.

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Cosa che, naturalmente, le hanno fatto notare in migliaia, al punto che sul profilo Instagram ufficiale di Chiara Ferragni non c'è più traccia del post incriminato. Ma, e la domanda sorge quantomeno spontanea, ci chiediamo come sia possibile che, con lo squadrone di assistenti vari ed eventuali di cui è praticamente h24 circondata l'influencer più famosa d'Italia, non ci sia stato nessuno in grado di informarla che stava andando incontro a un disastro annunciato. Che va bene essere presa dall'addio al nubilato, dai preparativi per le nozze, dal sistemare la casa nuova (un minuto di raccoglimento di solidarietà verso la Ferra e tutte queste atroci incombenze che la attanagliano), ma commettere un errore così grossolano non è proprio da lei.