Da quel tragico 31 agosto 1997 niente è stato più lo stesso. Ma come si dice, the show must go on. La royal family è andata avanti, a volte con sorrisi di circostanza, altri meno, i volti sono cambiati, Sarah Ferguson è stata messa da parte (ma tornata in grande spolvero al matrimonio di Harry), le new entry Kate Middleton e Meghan Markle e i piccoli Cambridge's hanno scaldato i cuori e riportato gioia e allure alla Corona. Sono passati più di 20 anni dalla morte di Lady Diana, ma farsene una ragione sembra impossibile, proprio come dimenticare il suo sorriso rassicurante e il suo sguardo nostalgico ma pieno di vita (e contraddizioni). Due decenni dopo l'infausto incidente nel Tunnel de L'Alma, la curiosità sulla vita della Principessa del Popolo non ha nessuna intenzione di arrestarsi. L'interesse su ciò che è stata e sarebbe potuta essere è tanta, come di fronte agli espedienti con cui le nuore vogliono mantenere il suo ricordo più vivo che mai. Thelist.com ha raccolto nove curiosità e aneddoti su Lady Diana che forse non sapevi, e se possibile te la faranno amare ancora di più.

1. La sua famiglia era molto vicina ai Winsdor
Fin da bambina, Diana ha avuto stretti rapporti con la famiglia reale in quanto figlia più giovane dell'allora Visconte Althorp. È nata a Sandringham, una delle proprietà private della Regina, e ha trascorso gran parte della sua infanzia lì, tanto che secondo un articolo del 1981 del Daily Times, aveva il privilegio di chiamare la Regina Elisabetta Zia Lilibet. Sua mamma, Frances Ruth Shand Kydd, era stata una dama di compagnia della Regina Madre, che aveva mostrato tutto il suo affetto partecipando al suo matrimonio con John Spencer nell'Abbazia di Westminster, considerato "l'evento sociale dell'anno".

2. La scuola non era il suo forte
Il fatto che Diana non eccellesse in ambito accademico avrebbe influito notevolmente sulla sua autostima, almeno secondo la biografa Tina Brown, autrice di The Diana Chronicles. «Pensava di non sapere nulla e di essere stupida», oltre a ritenersi «poco fine e poco educata». Una fragilità e un senso di inadeguatezza che ha portato con sé per tutta la sua vita e che l'ha avvicinata al suo popolo.

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3. Amava ballare
Oltre al suo charme e all'empatia fuori dagli schemi, Diana era anche una talentuosa ballerina. «Amava le lezioni di ballo e di tip-tap e avrebbe desiderato fortemente diventare una ballerina, ma la sua altezza (1.78 cm) ha frenato i suoi sogni di gloria», ha spiegato la Brown. Tuttavia, la passione per il ballo è rimasta. «Da ragazzina spesso di notte si intrufolava nella sala della scuola per esercitarsi». Anche dopo essere diventata Principessa, Diana ha continuato a coltivare il suo amore per la danza. Nel 1985, lei e Wayne Sleep, ballerina principale del Royal Ballet prepararono in segreto un passo a due che misero in scena in uno spettacolo privato aperto a un gruppo di amici del Royal Ballet.

4. Ha incontrato per la prima volta Carlo perché lui usciva con la sorella maggiore
Mentre il mondo vedeva il matrimonio di Carlo e Diana come una fiaba, i segnali che sarebbe stato un fallimento c'erano tutti. A partire dal loro primo incontro. Diana incontrò Carlo per la prima volta quando lei aveva 16 anni e lui 28. Lui si presentò nella tenuta Spencer per incontrare la sorella maggiore di Diana, Sarah, con cui aveva da poco intrapreso una llaison, che finì molto presto. L'erede al trono iniziò subito dopo a corteggiare Diana.

5. Aveva dei dubbi sul matrimonio con Carlo
Col senno di poi la cosa non sorprende, ma sembra che Diana non fosse così convinta del suo matrimonio con Carlo. I suoi sospetti sarebbero stati confermati il giorno prima delle nozze, quando scoprì che Carlo aveva in programma di regalare a Camilla Parker-Bowles, sua amante di lunga data, un braccialetto con le lettere "F" e "G" intrecciate (le iniziali di Fred e Gladys i soprannomi con cui si chiamavano ndr). A quel punto, Diana raccontò alle sue sorelle i suoi dubbi. «Sfortunamente, Duch (come la chiamava la famiglia ndr), la tua faccia è sulle tavogliette da tè, quindi è troppo tardi per tirarti indietro».

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6. Uno dei suoi più grandi amori fu un chirurgo pakistano
Anche se Dodi Al Fayed è forse il più noto dei suoi fidanzati, molti credono che il più grande amore di Diana sia stato Hasnat Khan, un cardiochirurgo pakistano che incontrò nel 1995. La loro relazione, che durò due anni, è stato descritta da Vanity Fair come «la relazione più significativa di Diana dopo quella con il principe Carlo». Serio, low profile, impegnato nel suo lavoro di chirurgo e assolutamente commoner, Khan avrebbe deciso di interrompere la relazione spaventato dalla popolarità ingestibile della Principessa.

7. Ha parlato delle sue fragilità
Diana è sempre stata disposta a parlare apertamente e candidamente delle sue fragilità, a essere onesta sulle sue battaglie private contro bulimia, depressione e ansia. «Diana ha ispirato l'onestà negli altri attraverso la sua compassione e disponibilità a comunicare le sue esperienze», come ricorda Healthline.

8. Il suo senso della stile ha fatto storia
La moda e lo stile erano tra i mezzi di comunicazione e di espressione preferiti da Diana, e li trovava profondamente catartici. Il suo fashion style si è evoluto considerevolmente nel corso degli anni: è passata dal prediligere abiti romantici e frizzanti a preferire silhouette eleganti e raffinate. «Si è chiaramente divertita con la moda», ha detto a Vanity Fair Eleri Lynn, curatrice della mostra a Kensington Palace Diana: Her Fashion Story, «e si è presa dei rischi sperimentando con il suo stile. Fu il primo membro della famiglia reale ad essere fotografata indossando un paio di pantaloni ad un evento di sera. L'aspetto audace e divertente che non ti aspetti necessariamente da una principessa è stata la sua forza».

9. Il suo modo di fare beneficenza era rivoluzionario
Entrando in contatto con pazienti affetti da AIDS in un momento in cui la malattia era vista come un tabù e come fonte di enorme vergogna e paura, Diana ha contribuito a distruggere lo stigma nei confronti delle persone colpite dall'HIV diventando madrina dell'associazione National AIDS Trust del Regno Unito. I viaggi per il mondo con l’intento di sensibilizzare il pubblico nei confronti dei più deboli sono rimasti nella storia. Da metà anni Ottanta si è occupata anche di lebbrosi, homeless, tossicodipendenti e vittime di guerra.

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