Pulire i vetri è un lavoraccio (non si discute). Farlo penzolando tra i grattacieli di New York deve essere un'esperienza a dir poco vertiginosa, ma l'obiettivo di Harold Feinstein ha saputo coglierne la danza dell'uomo che si libra in cielo insieme a uno stormo di uccelli. Questo scatto sfiora la poesia del quotidiano, cogliendo forse una delle poche cose belle di questo lavoro (l'ebbrezza del volo). Un talento innato per questo figlio dell'anima più vivace di Coney Island (1931), cresciuto sulle sue montagne russe. Decisamente precoce per il fotografo che a quindici anni ha iniziato a scorgere in modo meravigliosamente nuovo quello che è familiare, continuando a farlo per i sei decenni successivi lungo le strade di New York. Una contagiosa eredità riscoperta dalla galerie Thierry Bigaignon di Parigi con il nuovo viaggio espositivo di Graciously yours – Harold FEINSTEIN (fino al 31 agosto 2018).

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L'occasione buona per guardare in modo diverso anche una tenda accarezzata dalla luce e dal vento, insieme al volto dell'umanità più vitale, approfittando dell'enfant prodige della fotografia. Il ragazzo che a diciassette anni è diventato il membro più giovane della storica Photo League fondata dal leggendario Sid Grossman e a diciannove quello della collezione permanente del Museum of Modern Art. Il fotografo che a ventitré anni, dopo aver vissuto e fotografato la Guerra in Corea, diventa uno degli abitanti più originali del leggendario Jazz Loft di W. Eugene Smith, mentre il balletto della joie de vivre colto lungo la strada lo rende la figura di spicco della prima scena di street photography di New York City e un maestro per quelli che lo seguiranno fino alla sua scomparsa nel 2015. Sul suo sito restano le immagini ma anche tante parole dedicate alla sua ricerca:

"Mi rallegro della vita di strada ovunque lo trovi: le luci scintillanti di Times Square, le strade di Harlem, le caffetterie piene di fumo, i sottopassaggi, le scale della città e le vetrine dei negozi. Nel corso del tempo, ho avuto l'opportunità di esplorare oltre le strade di New York, viaggiando in altre parti del paese e del mondo. Ovunque, le persone vivono la propria storia personale, ma sono legate insieme attraverso le emozioni universali di amore, perdita, curiosità, umorismo e compassione."

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© ​Harold Feinstein/Courtesy Galerie Thierry Bigaignon​
Harold Feinstein, Man Smoking in Diner, 1974
Harold Feinstein, dancerpinterest
© ​Harold Feinstein/Courtesy Galerie Thierry Bigaignon​
Harold Feinstein, Dancers Arms, 1970
Harold Feinstein,pinterest
© ​Harold Feinstein/Courtesy Galerie Thierry Bigaignon​
Harold Feinstein, Black Hands and Back 1974

Il realtà il viaggio della galleria francese nel ricco corpus di lavoro del fotografo, è iniziato con la precedente mostra dedicata all'ottimismo contagioso che caratterizza i suoi scatti degli anni 40 e 50 e della Coney Island considerata da Feinstein "l'isola del Tesoro. C'erano talmente tante cose da fotografare che il vero problema era come fare per non perderne nessuna. C'erano i portoricani, gli italiani, gente da tutto il mondo. Era il posto della gente e non c'era nessun biglietto da pagare". C'era anche questo gruppo di ragazzi che gli chiese di scattargli una foto.

La nuova mostra francese del grande fotografo americano, riprende il viaggio ancora lungo con la sua ricerca dell'umanità, spingendosi sino agli anni ottanta con la sua immutata capacità di scorgere amore, gioia e poesia ovunque, con il suo senso per la vita resistente, a prova di guerre, crisi e globalizzazione. Noi riprendiamo il viaggio con la fotografia che insegna a tenere gli occhi aperti.