Le attrici? Per lavorare devono: dimostrare di essere più brave degli uomini, sempre e comunque; invecchiare il meno possibile; non fare storie sugli stipendi assegnati loro. E' la (dura) legge del set: un diktat non scritto che da anni detta le regole del mondo cinematografico. Ora, però, molte attrici hanno deciso di fare sentire la propria voce e, tra queste, spicca Margherita Buy, madrina della prima ricerca italiana sulle differenze di genere nel mondo audiovisivo, realizzata dall'istituto NuovoImaie. La star di In treatmentsiede in prima fila, mostrando il suo stupore per i numeri sciorinati dalla ricerca: nell'ultimo decennio, dal 2000 al 2017, in Usa i ruoli femminili sono stati appena il 29,4% del totale, mentre quelli maschili toccano quota 70,6%. In Italia va decisamente meglio (41%-58,9%), ma basta invecchiare perché il mercato ricominci a snobbare le donne.

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Funziona davvero così?

La disparità di trattamento è sempre esistita: in fondo il cinema riflette la realtà. Anche se può suonare ingiusto, agli occhi degli uomini le donne giovani appaiono più interessanti: lo vediamo nella vita di tutti i giorni.

Per un'attrice deve essere ancora più duro scendere a patti con il tempo che passa...

Fortunatamente sto continuando a lavorare, anche se percepisco una certa difficoltà intorno a me. Quanto al tempo che passa, cerco semplicemente di non pensarci perché tanto non ci posso fare niente. Tutti, prima o poi, invecchiamo: è un cambiamento inesorabile.

In Usa una delle più grandi battaglie è la parità di compensi. Anche in Italia gli uomini percepiscono cachet più alti?

Sì, purtroppo. Il cinema è un'industria maschile, che premia maggiormente gli uomini.

Parla per esperienza personale?

In passato ho interpretato diversi film, come protagonista femminile, e mi sono trovata nella situazione di chiedere di poter avere il medesimo compenso del collega maschile, con il quale dividevo la scena. La mia richiesta è stata accettata ma spesso questo non accade. Gli uomini sono abituati a percepire compensi differenti, anche quando, come nel caso citato, la pellicola prevede due protagonisti: un uomo e una donna.

C'è un ruolo che le piacerebbe interpretare e che ancora non le è stato offerto?

In questo momento sono sul set del film Moschettieri del re e sto interpretando il ruolo di una regina, quindi più di così non potrei desiderare! E' un ruolo diverso, con una certa autorevolezza e poi... il vestito è pazzesco!

Cosa cerca nei personaggi che interpreta?

Per me recitare è una forma di espressione. C'è chi scrive, chi canta, chi dipinge. Io, invece, recito: mi immergo in vite diverse, le riscrivo cercando di farle diventare mie. Quello dell'attrice è un mestiere difficile ma molto interessante, perché ogni ruolo implica un lavoro di studio, su se stessi e sul mondo che ci circonda. E' quasi come frequentare un corso di psicologia: entri nella vita delle persone, cerchi di capirne le luci e le ombre.