Molto prima di Diana Spencer, c’era Raffaella Carrà. Molto prima che arrivasse la principessa triste con le sue variazioni minime su un taglio corto, e i giornali degli Anni 80 riempissero decine di pagine sul cambio di taglio di Lady D, un cambio di taglio così impercettibile che nessun maschio se ne sarebbe accorto, molto prima c’era la Raffa. Che aveva avuto la frangia laterale, poi la frangia dritta, poi la frangia laterale ma più arrotondata, poi il ciuffo scalato, e poi altre mille variazioni che permettessero ai rotocalchi di titolare sul cambio dei capelli della Raffa mentre lei, come ogni classico, mica cambiava: aveva sempre il caschetto biondo, ogni mutamento era un’illusione.

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Molto prima che il governo andasse da Barbara D’Urso, c’era la Raffa, che a Pronto, Raffaella? intervistava con lo stesso garbo Alberto Sordi o madre Teresa di Calcutta.
Molto prima che Carrie Bradshaw si strappasse l’abito da sposa, c’era la Raffa, che non s’è mai sposata non certo per mancanza d’occasioni. Gliel’hanno chiesto tutti, racconta, tutti i grandi amori della sua vita, da Gianni Boncompagni a Sergio Japino, e a tutti ha risposto «Pensiamoci un attimo», che è il «Figuriamoci» delle signore beneducate.

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Molto prima che io passassi le dirette elettorali ad ammirare la messa in piega perfetta di Alessandra Sardoni, e a ricordarmi di quando da giovane era riccia, e a pensare che pure con cento ore di tv a settimana trova il tempo di farsi la piega e di mantenere segretissima la sua riccitudine, e forse è bionica, molto prima c’era la Raffa, che nessuno ha mai saputo fosse riccia, nessuno tranne gli intimi; e pure loro, sospetto lo sappiano perché l’ha confessato, ma neanche da loro si sarà mai fatta vedere meno che impeccabilmente stirata, o con mezzo millimetro di ricrescita sul biondo.

Anche nell’epoca in cui le celebrità han preso il vezzo di farsi vedere in pigiama, la Raffa non è mai stata spettinata: è una celebrità dell’epoca in cui la celebrità era un affare serio, lei. (Si trovano, negli archivi, alcune foto d’epoca di prima che la Raffa fosse la Raffa, quand’era ancora mora: fanno lo stesso effetto di quando a Babbo Natale si sfila la barba ed è tuo zio).

Molto prima di Madonna e di Britney e di tutte le altre, molto prima delle polemiche sul decoro degli abiti delle bambine a scuola, molto prima che ci fosse in tv tanta di quella carne esposta da far venire il dubbio che la vera rivoluzione sia coprirsi, molto prima c’era la Raffa, col suo ombelico di fuori.

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Molto prima della globalizzazione, dell’esportazione a Hollywood di Maria Grazia Cucinotta e Pier Francesco Favino, molto prima che ogni superstar ci sembrasse a portata di tondino su Instagram, la Raffa fece innamorare una superstar di quelle colossali e inavvicinabili. Raccontò anni fa: «Lui aveva una grande voglia di reinnamorarsi, di risposarsi. E sono passata io per caso nella sua vita. Onestamente avevo dentro di me un blocco nei suoi confronti, un complesso, non mi sono mai rilassata a pensare qualcosa di diverso che non fosse una gentile, cordiale affettuosa amicizia». Non se ne fece niente, insomma.

Il signore in questione forse l’avete sentito nominare: si chiamava Frank Sinatra. La Raffa non dice che fu un ripiego, fatto sta che subito dopo lui sposò una ventenne com’era allora la Raffa, e che era pure vicina di casa della Raffa: una tale Mia Farrow. Le cronache dicono che i due poi si lasciarono perché lui non tollerava che Mia continuasse a lavorare invece di fare la moglie a tempo pieno. Molto prima, la Raffa aveva capito che quel genere di aspettative non faceva per lei.

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Molto prima che i quiz fossero ovunque, c’era la Raffa che all’ora di pranzo ti chiedeva d’indovinare quanti fagioli ci fossero nel vaso; molto prima di C’è posta per te, c’era la Raffa che ti faceva ritrovare i parenti lontani a Carràmba. Auguri, Raffa: sono 75 anni, quasi tutti trascorsi a creare modelli e poi a ritirarti a osservarci mentre ci affannavamo a copiarli.