Ci vuole coraggio, ad essere Ghemon. Perché, per esempio, ci vuole coraggio a definire se stessi “un rapper transgender”, seppur in senso artistico, così come ce ne vuole a pacchi per scrivere un’auotobiografia, com’è la sua Io sono. Diario anticonformista di tutte le volte che ho cambiato pelle (uscito l’8 marzo per Harper Collins), che metta al centro non tanto la propria figaggine, bensì la propria fragilità. Che per Gianluca Picariello, nato ad Avelino 25 anni fa sotto un cielo di stelle fatte di soul, hip hop e funk, ha preso la forma sinistra della depressione, così ferocemente presente e così spesso negata, tanto da rendere ancor più preziose le mani alzate di chi dice "non vi vergognate, è toccata anche a me". Ma non aspettatevi un libro cupo, perché Ghemon in queste 400 pagine ci porta a spasso nella sua vita mettendo in testa a tutto un’auto ironia che spinge al massimo sull’acceleratore, così che i sali-scendi emotivi siano quasi sempre accarezzati da una brezza leggera. Oggi, che la psico terapia e l’aiuto delle medicine, il cui uso non deve essere più un tabù (e che cavolo, aggiungiamo), hanno fatto il loro lavoro, Gianluca è pronto a riempirsi l’estate di concerti con il Criminale Emozionale Tour (che partirà da Roma il 3 giugno, per concludersi a Napoli l’8 settembre, info www.ghemon.it).

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E se mentre chiacchiera con me al telefono mi dice di essere "in studio, a registrare cose", il futuro lo vede più che aperto a una miriade du possibilità, nessun settore escluso, perché, spiega “se in me nasce il desiderio di fare una cosa nuova, di sicuro troverò la strada, pur perigliosa, per riuscire nell’intento”.

Prima di tutto, il libro è piacevolissimo. Questa confidenza con la narrativa è un dono o frutto di esercizio?

"Spero di poter parlare di dote naturale, perché questa è la mia prima volta in assoluto in veste di scrittore.".

Com'è stato il processo, veloce o gestazionale?

"Piuttosto rapido. Ho fatto tutto in una paio di mesi, aiutato da una memoria piuttosto sbalorditiva. Mi definisco un accumulatore seriale dei fatto della mia vita, tant'è che anche quando racconto di quando ero ragazzino, i dettagli sono belli nitidi. E giuro che non ho inventato niente!".

Giusto qualche nome di fanciulla...

"Esatto.". (ride)

Si può dire che Io Sono metta ancora più in luce i temi intimi presenti nel suo ultimo disco, Mezzanotte?

"Sì, anche se la richiesta di scrivere un'autobiografia dove raccontare della mia depressione è arrivata in un momento di risalita, ma senza ancora il disco a fare, diciamo, da sponsor al libro. Per cui è stato davvero tosto.".

Qual era il suo desiderio, mentre scriveva?

"Io volevo fare un libro per parlare di ciò che mi era successo, senza farmi compatire e ma senza al contempo trattare il tema della depressione come fosse una cosa da nulla, perché non la è. Ho sentito una grande responsabilità, perché da noi in Italia di malattie "invisibili" se ne parla poco, ma sono davvero molto presenti, in tutti gli strati della società. Credo si debba dare speranza, ma anche essere realistici: è una malattia, fa paura, tantissima, ma ci sono gli strumenti per affrontare vincerla".

Pensa di essersi fatto conoscere anche a chi non la apprezzava come rapper e cantante?

"Sì, ed è bellissimo. Con il libro ho coinvolto nella mia vita persone che prima non mi seguivano, a livello musicale. Ho ricevuto e ricevo ancora, anche adesso che sono passati mesi dalla pubblicazione, tante e mail, anche di ragazzi giovani, che magari mi lusingano dicendomi "ma lo sai che il tuo è il primo libro che leggo?".

E lei è un lettore?

"Io dico sempre che per l'importanza che le attribuisco, la musica sono i miei film e i miei libri. Oltre alla musica rimane davvero poco spazio per altro, a parte gli affetti.".

Cantante, musicista, commentatore sportivo (di basket soprattutto), doppiatore per una cartone, che altro sogna di fare?

"Voglio prima o poi fare la colonna sonora di un film o di una serie tv.

Ah, però, sogna in grande.

"Sempre. Che sia rap scrittura o canto o radio, io sono uno versatile e amo qualunque cosa mi mantenga curioso. Poi sono determinato e perfezionista, per cui da un lato certe cose sento proprio sottopelle che le farò, dall'altro mi applico perché ciò succeda. Faccio un esempio non reale: se ho intenzione di fare l’attore, prenderò lezione di recitazione, anche se all'orizzonte non ho neppure l'ombra di un ingaggio".

Nel libro racconta anche di un problema di salute puramente fisico piuttosto importante ...

"Sì, ma credo che nulla sia solo fisico e nulla solo mentale. Le cose si condizionato tra di loro, so di certo che anche secondo i medici i problemi di salute sono arrivati per uno stress psico-fisico che mi ha abbassato le difese. Come so che anche il cibo, e i relativi su e giù di peso della mia vita, sono veicolo di qualcosa di mentale: se sono giù di umore mi tratto male, se mi tratto male vado giù di umore. La sfida è stere sul pezzo e ogni tanto spingere sul freno, non solo sull'acceleratore.".

Concludiamo in musica: chi le piace oggi, di italiani, e con chi sogna di duettare.

Mi piace l'eleganza di Diodato, sono stato suo ospite a Sanremo, quest'anno e penso che sia molto originale e alto. A livello di personalità mi è piaciuto molto il disco di Tedua Infine, sogno un duetto con Giorgia. La sua voce è senza dubbio quella italiana più vicina al mondo black.