Cannes, questo sabato di metà Festival si è chiuso con una grande invasione di campo sul red carpet: un esercito di donne capitanate dalla presidente della giuria Cate Blanchett e dalla regista Agnes Varda, con le giurate Kristen Stewart, Léa Seydoux e Ava DuVernay, e molte colleghe: Marion Cotillard, Helen Mirren, Leila Bekhti, Virginie Ledoyen, oltre alle le italiane Alba Rohrwacher e Jasmine Trinca in prima fila.
Una sorta di Women's March che è dilagata sulla Montée des marches in occasione del red carpet del film Le filles du soleil, film dedicato al battaglione omonimo delle guerrigliere curde e alle ragazze violentate in massa dall’Isis, con la bellissima attrice iraniana Golshifteh Faharani, diretto da una delle tre registe donne in concorso, Eva Husson.
82 attrici hanno sfilato in silenzio, 82 come le (pochissime) registe donne che negli anni sono state accettate nelle selezioni dei tanti Festival della storia di Cannes, contro i 1.645 registi maschi. Tutte insieme, a braccetto, hanno sfilato per protestare contro le discriminazioni di genere nel mondo del cinema e altrove.
Alla fine della marcia silenziosa Blanchett e Varda hanno fieramente dato voce a una dichiarazione collettiva: "Solo due registe donne sono state fin qui premiate con la Palma d'oro: ma una, quella a Jane Campion per Lezioni di piano, era un riconoscimento ex aequo, e l'altra (proprio ad Agnes Varda) un premio alla carriera" hanno esordito.
"Le donne non sono una minoranza nel mondo", hanno continuato le due artiste, "ma dalla loro presenza nell'industria del cinema sembrerebbe di il contrario... Ci aspettiamo che le istituzioni prendano atto di questa realtà, garantendo uguali condizioni, anche salariali, trasparenza e sicurezza negli ambienti di lavoro... Che tutte le donne e gli uomini si impegnino per un cambiamento".
La protesta non si ferma qui: lunedì, proprio qui a Cannes, sono attesi gli Stati Generali di tutti i movimenti femminili internazionali anti discriminazioni, da Time'sUp a Dissenso comune. Almeno per qualche giorno, Cannes è delle donne. E chissà se, alla fine, anche il Palmares...