Un cognome che, quando fanno l'appello a scuola o ti chiamano nella sala d'aspetto del dentista, tutti si girano e iniziano a borbottare «ma non è che è proprio il figlio di?». Perché se ti chiami Alessandro Leon, uno può giusto storcere il naso per il secondo nome un po' inusual, ma se ti chiami Alessandro Leon Bova allora è tutta un'altra storia. Essere il primogenito di Raoul Bova e Chiara Giordano (classe 2000, poi c'è Francesco nato l'anno dopo ndr) non deve essere stata una passeggiata. Sempre sotto i riflettori e messo costantemente a confronto con papà, che in questo caso è il sex symbol di Piccolo Grande Amore, per forza di cose devi avere una forte autostima per non finire direttamente sulla chaise longue di Le Courbusier nello studio dell'analista più in voga di Roma. E se poi se ti trovi al centro della burrasca dopo uno dei divorzi più mediatici degli ultimi anni (siamo nel 2013), con i giornali che cavalcano l'onda, con una matrigna che ha giusto una manciata di anni più di te e una nonna che di nome fa Annamaria Bernardini de Pace, tutto si complica.

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«Per loro è stato un grande dispiacere. Non è facile fargli capire che la famiglia non è solo quella tradizionale. Ci vuole il tempo necessario», ha detto Raoul al suo BFF della tv, Maurizo Costanzo, spiegando il tumulto vissuto dai suoi due figli maschi durante la separazione, avvenuta «in un’età in cui ti contestano tanto, ti fanno la morale», costretti a condividere con giornali e social l'arrivo nella loro vita di Rocío Muñoz Morales e della piccola Luna (2 dicembre 2015), ma che sia chiaro «non avranno mai niente di meno rispetto a lei».

Alessandro Leon a 18 anni non sembra aver perso la bussola, o essersi lasciato ingolosire dai riflettori (e le chiamate senza dubbio ci sono state), aveva un profilo Instagram ora disattivato, è un teenager come gli altri, con mamma che posta qualche foto nell'etere e lui si lamenta se non è venuto bene e il ciuffo è troppo ribelle. «Alessandro ha un mondo dentro di una profondità incredibile», dice papà davanti alle telecamere con lacrimuccia in agguato, «sei un figlio meraviglioso, dolce e buono», risponde mamma sui social per fargli gli auguri di compleanno.

Alessandro Leon un figlio di senza grilli per la testa, sensibile e con una passione innata per l'arte (il dna parla chiaro). Francesco di «un'allegria incontenibile», video maker amatoriale di filmati comici. Ma nessuna raccomandazione, almeno per ora. «Non vogliono fare i raccomandati. Fino a qualche tempo fa non volevano nemmeno che si sapesse chi era il papà. I miei figli non sanno cosa faranno da grandi. Gli ho spiegato che, anche se vivono in una condizione agiata, un giorno la madre e io non ci saremo più. Dovranno pur fare qualcosa per guadagnarsi da vivere». Che rarità.