Se non avete ancora guardato l'ultimo video di Childish Gambino, fatelo. Perché al di là dell'incontestabile bellezza del pezzo, che mischia meravigliosamente elementi gospel, afrobeat, jazz alla trap di Atlanta, la parte di visual è un autentico trattato socio-politico sull'America di oggi. Che più che al mito dell'american dream assomiglia a un incubo lucido, che Donald Glover ci racconta senza sconti. Quello che per molti è diventato il nuovo Kanye West, dopo che "il vecchio" ha fatto girare le scatole a parecchi con le sue sparate pro Trump, ha deciso che la sue serie tv Atlanta non gli era più sufficiente per mettere in chiaro in che misura oggi negli USA la popolazione afro-americana sia ancora (sempre più?) preda di ingiustizie e violenza. E quel che non ha detto là, lo ha detto tutto, con tanto di simbolismi non semplicissimi da decifrare, qui.

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Al netto dei 32 milioni di visualizzazioni e del plauso unanime di colleghi, stampa, fan, This is America, girato dal tostissimo Hiro Murai, è un prodotto altamente controverso, disturbante, feroce e, come dicevamo, pieno zeppo di riferimenti. Per prima cosa la posizione assunta da Gambino mentre spara il primo colpo (che arriva con brutalità sconcertante dopo pochi secondi dall’inizio del video) ricorda moltissimo, come è stato fatto notare su Twitter, il personaggio di Jim Crow, una caricatura razzista interpretata da attori bianchi.

Il musicista/attore spara in testa a un uomo incappucciato che poco prima impugnava una chitarra (l’artista Charles the Second, anche se all’inizio era stato identificato erroneamente come il padre di Travon Martin, ragazzo ingiustamente ucciso dalla polizia). Il fatto che Gambino balli, sorrida in camera e si diletti in tutta una serie di facce e smorfie, indossando i pantaloni dell'informe degli Stati Confederati e rimandando, appunto, a un'icona del razzismo made in USA, potrebbe volerci dire "ehi, guardate che le cose non sono davvero mai cambiate, e l'intrattenimento, lo show, ha sempre la meglio sulla realtà". Ed infatti mentre lui ci distrae con il suo show forzatamente allegro, sullo sfondo si consuma la violenza efferata. Arriviamo, così, alla scena della mitragliata al coro gospel, ucciso come se nulla fosse da Gambino, tra un passo di danza e l'altro. Il rimando, più ovvio, è al massacro di Charleston del 2015, e il messaggio, ancora una volta, è: in America i neri muoiono di morte violenta davanti agli occhi delle persone ed è ok. Ancora: mentre Gambino si muove, sorridente allo spasmo, con il suo corpo di ballo fatto di ragazzini delle medie in divisa, al piano di sopra scoppia il finimondo, tanto che un uomo si butta di sotto, ma noi non lo vediamo, distratti dai passi di danza in primo piano (che si riferiscono a più di 10 tipi di balli popolari). A un certo punto, sullo sfondo, passa un cavallo bianco cavalcato dalla morte (e questo è un chiaro rifermento biblico) seguito da una macchina della polizia.

Il brano, poi è punteggiato di barre e interventi di altri rapper, il che significa che di tanto in tanto Young Thug, 21 Savage, Quavo, Slim Jxmmi e BlocBoy JB aggiungono una parola o due alle strofe di Gambino, come una sorta di coro tragico greco, che, però, si esprime in rime, con un flow tipicamente americano e, bisogna ammetterlo, imbattibile. Il finale, dopo 3 minuti in cui il protagonista o balla o uccide portando avanti il macabro sottotesto per cui alla popolazione nera che vive l'America di Trump tocca o un polo o il suo opposto (“You just a black man in this world / You just a barcode… You just a big dawg, yeah / I kenneled him in the backyard“: sei solo un uomo nero, un codice a barre, un cagnolone, l’ho messo in gabbia nel retro), vede Donald fuggire, con occhi folle di terrore, dalla polizia. Perché “Police be trippin’ now / Yeah, this is America / Guns in my area / I got the strap“: la polizia è in subbuglio, le armi nel mio quartiere, devo farmi una pistola. E qui non c' bisogno di aggiungere altro, non credete?