Per molti i grandi artisti sono in musei e gallerie, per altri restano un grande stimolo per godersi il quotidiano come un'opera d'arte. Il genio avant-garde di Man Ray va bene per tutti! Perfetto animatore di mostre illuminanti, pronte a spingersi oltre i limiti della conoscenza, dei generi e della forma (al momento da Vienna a San Gimignano). L'esploratore appassionato dell'amore, della bellezza e delle donne che animano capolavori senza tempo e le tendenze provocatorie che spingono a osare anche il contemporaneo. L'arte da indossare, desiderare, dalla quale lasciarsi ispirare o solo rapire, con la moda haute couture Dior Primavera Estate 2018 creata da Peter Philips, non ne è che un fulgido esempio.

Ad animare l'autore di alcune delle opere più celebri del XX secolo, è il tentativo di cogliere l'elemento primario della visione. È la luce a irradiare ogni audace sperimentazione di Man Ray (l'uomo raggio, scelto non a caso come nome d'arte da Emmanuel Radnitzky), spingendola oltre i confini di pittura, fotografia, incisione, scultura, prosa, poesia e cinema sperimentale. "Ho tentato di cogliere le visioni che il crepuscolo o la luce troppo viva, o la loro fugacità, o la lentezza del nostro apparato oculare sottraggono ai nostri sensi. Sono rimasto sempre stupito, spesso incantato, talvolta letteralmente ‘rapito’" (Man Ray, La fotografia come arte, Abscondita, 2012).

Man Ray, Violon d’Ingres,pinterest
Courtesy Galerie Johannes Faber © MAN RAY TRUST/Bildrecht, Wien, 2017/18
Man Ray, Violon d’Ingres, 1924 (1990)

Altrettanto stupito, incantato, talvolta letteralmente ‘rapito’ è lo sguardo che si posa da oltre un novantennio sulla sinfonia visiva del celebre Le violon d’Ingres, animata dalle forme sinuose di Kiki de Montparnasse (Alice Prin) e l'estro anticonformista e provocatorio di Man Ray. Dal corpo della sua amica, modella, musa, amante e regina della Parigi bohémien, morbidamente accarezzato dalla luce e trasfigurato dai due segni grafici (la doppia effe dei fori di risonanza del violino). Segni aggiunti da Man Ray durante la stampa della fotografia, ricorrendo alla tecnica che sperimenta e battezza rayografia. Il resto è storia di un'icona, tanto seducente da finire sul corpo tatuato di intere generazioni e le collezioni di designer innovativi e surreali come Viktor & Rolf.

Prestando solo il pallido ovale del suo volto, la bellezza di Kiki in contrasto con quella impressa nella scura maschera africana, anima anche un'opera conturbante come Noir et Blanche. Insieme al fascino e la provocazione del contrasto, ancora tanto forti da strappare un nuovo record d'asta alla parigina Christie’s, con la fotografia venduta a €2.688,75 lo scorso autunno.

Man Ray pinterest
Courtesy Galerie 1900-2000, Paris © MAN RAY TRUST/Bildrecht, Wien, 2017/18​​
Man Ray Noire et Blanche, 1926 (um 1970)

Entrambe le opere di Man Ray si prestano ad accompagnare il viaggio nei paradossi visivi e gli scultorei "oggetti d'affezione" (Che fa un ferro da stiro se aggiungete alla piastra degli spuntoni aguzzi?), con i quali sfida i normali processi di conoscenza, per dilettare, disturbare, disorientare, far riflettere! Ben due al momento se decidete di approfittare della retrospettiva curata da Lisa Ortner-Kreil alla BankAustria Kunstforum di Vienna (fino al 24 giugno 2018), e MAN RAY. Wonderful visions, curata da Elio Grazioli alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea Raffaele De Grada di San Gimignano (fino al 7 ottobre 2018).

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Molti di più se tenete conto che a Man Ray un bacio scatena ben più della fantasia e per lui "Il rossetto è il distintivo rosso del coraggio." La traccia di rossetto lasciata sul colletto bianco della sua camicia da Kiki, ispira anche l'orizzonte di labbra dipinto con all'ora dell'osservatorio. Gli amanti (cantato dai R. E. M con Feeling Gravitys Pulls). Tutta la poesia con la quale commenta lui stesso l'opera insieme alla dimensione cosmica dell'amore: "Alle sette del mattino, prima di soddisfare una fame immaginaria – il sole non ha ancora deciso se sorgere o tramontare –, la tua bocca viene a soppiantare tutte queste indecisioni. Unica realtà, che dà valore al sogno e ripugna al risveglio, essa rimane sospesa nel vuoto, fra due corpi. La tua bocca stessa diventa due corpi, separati da un orizzonte sottile, ondulato. Come la terra e il cielo, come te e me […]. Labbra del sole, mi attraete incessantemente, e nell’istante che precede il risveglio, quando mi distacco dal mio corpo […] vi incontro nella luce neutra e nel vuoto dello spazio e, unica realtà, vi bacio con tutto ciò che ancora rimane in me: le mie labbra" (Man Ray commenta all’Ora dell’osservatorio, dipinto del 1932-34.).

Man Ray, Gabrielle Chanel, pinterest
Museum Ludwig, Köln © Rheinisches Bildarchiv, Man Ray, rba_d032664_01 © MAN RAY TRUST/Bildrecht, Wien, 2017/18​
Man Ray, Gabrielle Chanel

Kiki resta comunque solo una delle muse di Man Ray, della sua arte indissolubilmente legata a ogni aspetto della vita. Dagli Stati Uniti a Parigi, dalla pittura al cinema sperimentale. Dal rifiuto di ogni convenzione Dada (condiviso con Marcel Duchamp), alla libertà che anima il surrealismo. Colta con foto sfuggenti come certi sogni e il loro ricordo al mattino, realizzate anche senza macchina fotografica. Perché Man Ray è profondamente convinto che: "Quel che conta è l’idea non la macchina fotografica" (citato in Claudio Marra, Fotografia e pittura nel Novecento, Mondadori, 1999).

Giunto a Parigi con una valigia di dipinti e poco altro, le sue convinzioni non gli impediscono di mantenersi come fotografo di moda per couturier del calibro di Coco Chanel e Elsa Schiaparelli, o riviste come Harper’s Bazaar e Vogue. La celebrità raggiunta fotografando il fermento creativo dell'epoca, dal visionario Picasso alla dannata intelligenza di Virginia Woolf, non è mai stata in conflitto con la sua libertà di sperimentare. Di sbirciare quello che può svelare la doppia esposizione (come l'identità maschile della trapezista Barbette o l'anima tenebrosa della Marchesa Casati) e qualche piccolo incidente.

Man Ray, Lee Miller, pinterest
Museum Ludwig, Köln © Rheinisches Bildarchiv, Köln © MAN RAY TRUST/Bildrecht, Wien, 2017/18​​
Man Ray, Solarized Portrait of Lee Miller, 1929

L’aura restituita a corpi e forme con la solarizzazione, è merito addirittura di un topo in camera oscura. A far accendere troppo presto la luce durante il processo di stampa, è stato il piccolo ospite spaventando Lee Miller che faceva d'assistente. In realtà la sintonia che legava Man Ray alla fotografa, modella, musa e amante, la rendeva anche una perfetta compagna delle loro scorribande mondane (arrivate a un ricevimento elegante indossando la divisa da tennisti).

Nell'autunno del 1940, sbarcato in America insieme a chi lascia la Francia occupata e la seconda guerra mondiale, un colpo di fulmine lo lega per un trentennio alla modella del Bronx Juliet Browner. I due si sposano nella Beverly Hills del 1946, con un doppio matrimonio che lega Max Ernst a Dorotea Tanning. A testimoniare l'amore che continua a tenere vivo il loro legame, ci sono anche le cinquanta fotografie che Man Ray le scatta tra il 1941 e il 1955, raccolte per volontà del suo autore anche nelle pagine del libro The Fifty Faces of Juliet.

Pochi mettono a nudo il corpo e quello che scatena il desiderio come fa Man Ray. In realtà però gli basta anche un dettaglio per scatenare visioni elettrizzanti e seducenti. Una chioma fluente, gambe sinuose, una mano, una bocca (due bocche femminili pronte a baciarsi). Negli anni trenta il dettaglio dell'occhio al quale ha aggiunto a mano lacrime di vetro per la pubblicità del mascara Cosmecil Arlette Bernard, basta a consegnare la sua opera all'eternità. François Nars, Fondatore e Direttore Creativo di di Nars Cosmetics si ispirava allo stile intraprendente di Man Ray, anche prima di dedicargli la collezione in edizione limitata della scorsa estate.


L'erotico surreale che pervade lo scatto Lee Miller's Neck (della serie Anatomy) è stato scelto come cover dell'etereo erotismo che caratterizza "I", primo album musicale del collettivo pop Cigarettes After Sex. A ispirare un regista e musicista indipendente come Jim Jarmusch è stata invece la sensibilità onirica e sperimentale dei suoi corti muti. Per questi ha realizzato la colonna sonora, suonandola live in teatro con Man Ray come frontman del suo gruppo rock SQÜRL. A rendere intrigante e così contemporanea la verve avant-garde di Man Ray, sembra proprio la capacità d'ispirare, stimolare e spingere ognuno di noi a godersi il quotidiano come un'opera d'arte.

Man Raypinterest
© Man Ray Trust by SIAE 2018​
Man Ray, Retour à la raison, 1923