Realizzare i sogni è un proposito ambizioso. Pura utopia per molti. Un progetto artistico appagante per Kyle Thompson. Giovanissimo, autodidatta e anche un po' timido, ma bravissimo a rappresentare la dimensione più onirica ed emotiva dell'inconscio. Tanto apprezzato da essere già considerato uno dei fotografi contemporanei più interessanti. Sicuramente tra i pochissimi a presentare la sua prima italiana nei sontuosi spazi della Reggia di Caserta (fino al 04 giugno 2018).
Una mostra fotografica piena di abbracci che resistono alle rovine del contemporaneo e vorticosi voli di fantasia, capaci di elevarsi dalla dimensione più terrena, per creare quello che forse non è mai esistito. É inventato anche quando sembra così reale, ma sa dare emozioni concrete. Per Kyle Thompson: "E’ così bello essere in grado di creare un momento che non è mai esistito. Qualcosa che è così reale, ma inventato. Puoi creare un momento che non è mai accaduto, ma che continua a vivere nel suo stesso stato immutabile, ed è una sensazione creativa che adoro".
Cresciuto nei sobborghi urbanizzati di Chicago, con una timidezza che non gli ha impedito di 'mettersi a nudo' davanti all'obiettivo (per dare corpo e visioni affascinanti, fantasie e emozioni), il giovanissimo fotografo americano inizia a esplorare una dimensione della natura che si allontana dal naturale per sondare il soprannaturale. La natura indomabile di boschi e specchi d'acqua diventa la materia privilegiata delle sue trasfigurazioni del rapporto tra la stessa e l'uomo, soprattutto quella resistenze all'antropizzazione. Allo stesso modo gli spazi remoti e abbandonati diventano set ideali della messa in scena di emozioni e stati d'animo. Come lui tiene a precisare: "Musica, emozioni, qualsiasi cosa accada nella mia vita, cerco d'ispirarmi a tutto. Raramente ricordo i miei sogni, ma ho scattato alcune foto basandomi sui sogni alcune volte".
La ricerca di ambienti e sensazioni spinge il fotografo fino ai luoghi dei suoi antenati nell’Europa dell'Est. La stessa ricerca conduce la serie "Ghost Town" a esplorare città abbandonate e sommerse (come certe memorie), insieme a piccoli frammenti di vita e ricordi d’infanzia. È il suo viaggio onirico a guidarci tra le ombre dei luoghi e le profondità degli abissi che sondano, sollecitando la parte più intima dell'inconscio. Scatti giocosi e sognanti non risparmiano visioni più sinistre e inquietante, ma sempre molto seducenti. Per la sua prima italiana alla Reggia di Caserta, Kyle Thomson sonda la relazione tra spazio urbano e natura con una serie di dittici. Un autoritratto dell’artista immerso in spazi naturali all’interno di aree urbane, è così affiancato da un’immagine più piccola, concepita per rompere l’illusione. Per farlo mostra il vero ambiente in cui questa "natura" è immersa (e sa resistere a ogni cambiamento).