Fabrizio Moro prima di essere Fabrizio Moro mattatore di Sanremo era solo Fabrizio Mobrici, un ragazzino con la passione per la musica rock, per gli U2, i Guns N'Roses e i Doors, che amava strimpellare sul palco dei locali della periferia romana con gli amici di sempre. Un giovane musicista autodidatta, che scrive la sua prima canzone a quindici anni e a 21 pubblica il suo primo singolo, Per tutta un'altra destinazione. Adesso di anni ne ha 43 (è nato il 9 aprile 1975, ndr), la stessa voce roca e profonda, stessa aria da cantante maledetto, stesso sguardo tenebroso, ma qualche tatuaggio in più, una carriera avviata con una schiera di canzoni disco d'oro e una famiglia da cartellone pubblicitario. Nel mezzo, qualcosa come undici album, di cui nove in studio, uno dal vivo e una raccolta, qualcosa come sei Festival di Sanremo (con i brani Un giorno senza fine nel 2000, Pensa nel 2007 Eppure mi hai cambiato la vita nel 2008, Non è una canzone nel 2010, Portami via nel 2017 e vincendo la sezione Big nel 2018 con Non mi avete fatto niente in coppia con Ermal Meta). Autore di brani di successo anche per i suoi colleghi che non smetteranno mai di ringraziarlo (tra tutte Sono solo parole di Noemi) e un'esperienza televisiva ad Amici che lo ha fatto conoscere al grande pubblico. Fabrizio Moro ha vissuto mille vite ma non ditegli che è arrivato perché ancora non ci crede. «A me non ha regalato niente nessuno e per questo non mi sento mai al sicuro, ho sempre paura di perdere tutto», ha raccontato a Vanity Fair sintetizzando il suo rapporto con la fama, arrivata dopo tanta gavetta, ma su cui non ha nessuna intenzione di adagiarsi.

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Un passato segnato dalla musica ma anche da eccessi e colpi di testa a cui ha deciso di dare un taglio quando a 27 anni si è accorto che la vita sregolata da rockstar non era poi così allettante. Anche se poi è subentrata l'ipocondria, con cui ancora deve fare i conti. «Ho smesso. Ma adesso ho tutti amici dottori e uno infermiere, Mino, che chiamo a qualsiasi ora. Quando stavo per acquistare la nuova casa mi hanno detto che quella accanto l’aveva presa un medico. Ho firmato subito». Motivo più che valido.

La carriera di Fabrizio Moro decolla nel 2000 quando debutta al Festival di Sanremo, classificandosi al tredicesimo posto nella sezione Giovani con il brano Un giorno senza fine. Ma la svolta è datata 2007 quando sale di nuovo sul Palco dell'Ariston con la canzone Pensa, dedicata alle vittime della mafia. Conquista il primo posto nella categoria destinata alle nuove proposte, e ottiene il Premio della Critica Mia Martini. Anche il videoclip del pezzo è un piccolo capolavoro: girato da Marco Risi con diversi attori del film Mery per sempre girato proprio da Risi, insieme con Rita Borsellino ndr). Anche Vasco Rossi si accorge di lui e lo vuole come artista supporter del suo tour nello stesso anno. Nel 2008 Fabrizio Moro è ancora a Sanremo con Eppure mi hai cambiato la vita, che conquista la medaglia di bronzo e le classifiche di vendita.

Nel 2010 lo rivediamo a Sanremo con Non è una canzone, brano che però viene escluso alla quarta serata. Dopo l'esperienza alla corte di Queen Mary, torna nella Città dei Fiori nel 2017 con Portami via ma si deve accontentare del settimo posto. Ma la rivincita è dietro l'angolo: l'anno dopo in coppia con Ermal Meta presenta Non mi avete fatto niente ed è trionfo.

A gioire dell'affermazione professionale di Moro, oltre alla sua nutrita schiera di fan, la fidanzata Giada Domeniconi. Romana doc classe 1983, professione architetto ( nel 2007 lei si è laureata in Architettura d’interni alla Sapienza di Roma e poi ha lavorato per molti artisti noti del panorama italiano tra cui Andrea Moneta e lo studio internazionale Team Iwakiri). Entrambi allergici al matrimonio (per ora) credono fortemente nella famiglia (per sempre). I loro figli, Libero nato nel 2009 e Anita venuta alla luce nel 2013, ne sono la prova. «Loro danno senso a tutto: insegnargli le cose è come scrivere per me», aveva detto parlando dei suoi più grandi successi. Fabrizio Moro papà cuore batte Fabrizio Moro cantante maledetto 1 a 0.

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