«Non diamo per scontato il nostro pianeta, io non ho dato per scontata neanche questa sera», ha detto Leonardo DiCaprio ricevendo l'Oscar come miglior sofferente protagonista per Revenant, dopo aver ricordato i poveri del mondo, e i poco meno disgraziati addetti all'individuazione di set sotto zero per girare tra le nevi nell'anno più caldo a memoria di ambientalista. Ma non è solo per via dei geloni in trasferta che DiCaprio doveva vincere. Anzi: questo film di cieli stinti, orsi nervosi e bisonti crudi è l'ultimo dei suoi meriti. Leonardo DiCaprio è innanzitutto il primo della classe. 

Perché domenica sera al Dolby Theatre sembrava genuinamente emozionato, o forse era solo superstizioso, e sul red carpet incedeva disinvolto come un miope all'esame di guida. Perché il discorso di ringraziamento lo aveva provato e riprovato davanti allo specchio, e comunque un po' è incespicato, però non ha dimenticato nessuno: neanche Martin Scorsese, che gli ha insegnato tanto, ma non lo ha fatto vincere mai. Perché ha una modella di Victoria's Secret per ogni giorno della settimana, ma due soli amori eterni: Kate Winslet e la mamma. E perché è l'attore più bravo della sua generazione. Potete fingere di averlo scoperto in Buon compleanno Mr. Grape, ma sarebbe ora di ammetterlo: Titanic era un gran film. L'avremo visto almeno cento volte. Quante volte contate di riguardare Revenant? Io, nessuna.

Adesso che si è tolto il pensiero dell'Oscar, sarebbe perciò il caso di tornare a raccontare storie di baci, dichiarazioni, lacrime, e sorrisi. Moltissimi sorrisi. Avete presente come sorride Leonardo DiCaprio? Ecco. Abbiamo fatto battaglie di principio per qualunque cosa: domande meno frivole, candidati meno bianchi. Mobilitiamoci infine per una causa altissima: la prossima volta, non diamo per scontati i patimenti. Vogliamo un film da riguardare cento volte. Vogliamo un film d'amore e di DiCaprio.