C'è uno scollamento vertiginoso tra quello che Angelina Jolie crede di essere e quello che, per la maggior parte della gente che si interessa alle sue sorti, Angelina Jolie rappresenta.

Di suo, Angelina vorrebbe trasformarsi in puro spirito, vestire solo degli abbracci di bambini consolati, togliere i peccati del mondo. Per questo negli ultimi anni, al netto dei film che gira invece di raccontare favole – Maleficent con il seguito annunciato; tutte le declinazioni di Kung Fu Panda – ha scelto di lavorare solo come regista, e a storie soffertissime. Per questo negli ultimi mesi, più che sfilare sui red carpet, ha discusso con Arminka Helić, della camera dei Lord d'Inghilterra, l'eventualità di un suo diretto coinvolgimento in politica. «Quando lavori in campo umanitario», aveva detto nel 2014, «prima o poi devi prendere in considerazione la politica». 

Per il resto del mondo, tuttavia, Jolie rimane carne da rotocalco. Smagrita per amore, attaccata alla bottiglia, vittima del fanta-tradimento karmico di Brad Pitt con Marion Cotillard (insieme stanno girando Allied: non lo vedete come si sorridono sul set?) e simbolo di una irriducibile rivalsa generazionale. Non c'è prescrizione per la rovinafamiglie.