Com'è bella Londra che vota contro la paura. Ha eletto suo sindaco un musulmano, Sadiq Khan (nella foto). Proprio nei mesi dei postumi orrendi del Bataclan e di Molenbeek. È la reazione di una città-Stato orgogliosa e sicura di sé. Che ha patito la sua strage e i suoi kamikaze, il 7 luglio del 2005, con 56 morti e 700 feriti. Eppure, 11 anni dopo, si smarca dall'ossessione islamofoba e sicuritaria che contagia l'Europa. Scegliendo un figlio d'immigrati pachistani.

Trent'anni fa usciva My beautiful laundrette diretto da Stephen Frears, scritto da Hanif Kureishi, scrittore anglo-pachistano, sui difficili rapporti tra la comunità bianca e quella pachistana nelle sterminate periferie della capitale inglese. Cinque anni dopo, Kureishi scrive il bestseller Il Budda delle periferie che inizia così: «Mi chiamo Karim Amir e sono un vero inglese dalla testa ai piedi, o quasi». Romanzo di formazione picaresco sull'incasinato e colorato multiculturalismo londinese, dove paki (il dispregiativo che indica gli immigrati dal Pakistan) rissosi sognano di fare gli inglesi ma annegano nel curry e nei pregiudizi razziali. 

Si è detto che il multiculturalismo british costruisce mondi a parte alzando muri invisibili fra un quartiere e un altro. Eppure un musulmano (ma laico) e paki è diventato sindaco della città più ricca e importante del mondo, assieme a New York. Khan è un laburista lontano da tutti gli estremismi. Ha vinto con la sua espressione serena, la sua storia modesta – il padre guidava gli autobus rossi – e un programma che prevede nuove case popolari. 

A Londra gli affitti sono i più cari d'Europa e la forbice fra ricchi e poveri si allarga ogni anno di più. Sadiq quella forbice promette di chiuderla ed è a favore della Ue. La sua forza tranquilla è un bel segno. Il coraggio dei londinesi di votare controcorrente, ancor di più.