A che serve questa Unione europea? Viene da domandarselo ogni giorno di più all'indomani del referendum ungherese contro la distribuzione di quote di profughi nella nazione guidata dal tetro, destrissimo Viktor Orban. La consultazione popolare non ha raggiunto il quorum necessario (il 50 per cento) per bloccare il piano europeo di accoglienza. Ma fa comunque impressione che circa il 90 per cento di chi è andato a votare si sia pronunciato contro l'«invasione». Direte voi: l'Ungheria ha solo 10 milioni di abitanti.

Ma sapete quanti immigrati in fuga dalla guerra dovrebbe accogliere in base agli accordi europei? 1.300! Lo 0,013 per cento della popolazione.
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Ungheria non ci sono praticamente immigrati. Eppure, nei mesi in cui migliaia di disperati in fuga dalle bombe di Aleppo e Raqqa marciavano verso il nord lungo la rotta balcanica, i magiari costruirono un muro di reticolati per tenere a distanza quei poveracci. Il fatto più incredibile è che nel 1956, quando i carri armati sovietici occuparono il Paese stroncando la rivoluzione di Budapest, oltre 200.000 ungheresi fuggirono e vennero accolti nelle altre nazioni europee. Ma chi domenica ha votato no a 1.300 profughi evidentemente non se lo ricorda.

A che serve un'Unione europea dominata da simili micragnosi egoismi? Per fortuna la maggioranza dei magiari ha detto no alla propaganda di Orban. Ma nella settimana in cui si ricordano a Lampedusa le vittime della strage del 3 ottobre 2013, quando annegarono su una carretta del mare 386 migranti, sembra impossibile che il vecchio continente possa sopravvivere alle sue diversità, ai suoi egoismi. A uno come Orban, al prossimo vertice europeo, gli altri capi di governo non dovrebbero neppure stringere la mano.