Forse in questo momento, sotto l'ombrellone, state leggendo La ragazza del treno. Forse l'avete già letto. Di sicuro ne avete sentito parlare: bestseller a sorpresa dell'anno, per il quale si scomodano paragoni con Hitchcock (la Rachel che dal treno guarda le vite degli altri e diventa testimone d'un crimine è un fin troppo facile rimando a La finestra sul cortile) e con L'amore bugiardo. Anche qui, nessun matrimonio è quello che sembra: non quello ormai finito di Rachel; non quello nuovo del suo ex marito Tom; non quello di Megan, la morta che Rachel guardava passando in treno davanti a casa sua.Probabilmente sapete già tutto, anche chi è l'assassino. Io non l'ho capito fino alla fine, ma io sono particolarmente tonna. E per tutta la lettura ero concentrata su un dettaglio anormale: Rachel è brutta. Brutta come non si è più abituati a leggerne: brutta che in 306 pagine nessuno le dice mai «Ma cosa dici, sei bellissima», brutta senza il rifugio di un'«Ognuna è bella a modo suo», brutta che a fine lettura ho subito pensato che, mannaggia, scommetto che nella versione hollywoodiana sarà bella, e invece che sia brutta è il vero senso della storia.E infatti le voci di casting dicono che, nell'immancabile adattamento cinematografico del bestseller, la protagonista sarà Emily Blunt. Chissà se ingrasserà come fanno le Charlize Theron e le Renée Zellweger quando vogliono sembrare più simili a noi mortali e più degne di un Oscar. Chissà se metterà su quei venti chili che fanno passare Rachel da ragazza formosa (educato eufemismo per dire «se metti su un altro etto passerai da "sexy" a "vescica di lardo"») a «quella cicciona», come la apostrofa la moglie del suo ex.

Rachel è diventata così bevendo, è sempre ubriaca (che è la ragione per cui ci vogliono trecento pagine a risolvere la storia: mica sa se ha visto davvero quel che crede d'aver visto), e il passaggio da formosa a sfatta ricorda Liz Taylor: solo che, se sei Liz Taylor, il tuo disfacimento ha qualcosa di grandioso; se sei una disoccupata delle periferie inglesi, ti rende solo una che l'ex marito si vergogna d'aver sposato. Una – è questo che la rende un personaggio sovversivo – del tutto al di fuori del gioco del desiderio.

Anche se Rachel ha rapporti sessuali nell'arco della storia, sono frutto del caso e della disperazione, mai di un meccanismo seduttivo, al quale ingrassare è la maniera più efficace per sottrarsi. La Amy di L'amore bugiardo era una psicopatica, ma (anzi: proprio per questo) era costantemente seduttiva. La Rachel di La ragazza del treno sperimenta l'unica trovata narrativa rivoluzionaria: il coraggio di non nascondersi dietro baggianate tipo «curvy», e di fare della tua protagonista una sgradevole cicciona.

Nella foto, il quadro Q Train di Nigel Van Wieck.