Tutte abbiamo un'amica gatta morta. Se non ce l'hai, significa che la gatta morta sei tu. Tutte abbiamo un'amica che non sa badare a se stessa (cioè: produce disastri dai quali, poverina, come si fa a non salvarla), che non ha il senso dell'orientamento (cioè: che arriva regolarmente in ritardo, fa un'entrata con tutte le attenzioni, e poi per mezz'ora monopolizza la conversazione dicendo quant'è stata sbadata a sbagliare il posto dell'appuntamento), che con quella modalità da vittima ha trovato marito e quindi non ritiene di disinnescarla mai, neppure quando ha a che fare con altre donne. Donne che nei momenti più benevoli meditano di metterle il cianuro nel tè verde, ma non lo dicono, perché se sei aggressiva con una così gatta e così morta poi passi per stronza tu.

L'amica gatta morta viene sempre prelevata e riaccompagnata( ma qualche volta si finge autonoma ed è anche peggio

L'amica gatta morta si scusa in continuazione. Si scusa moltissimo, costringendoti a rassicurarla che no, nessun disturbo, non vedi l'ora di provvedere a lei, non è affatto un problema che lei abbia lo spirito pratico di una coperta bagnata; e che certo: è perfettamente normale che non sappia come funzionano le scadenze delle bollette o i controlli aeroportuali o la rimozione in divieto di sosta (l'amica gatta morta viene sempre prelevata e riaccompagnata: l'unica volta che si è finta autonoma, è toccato a tutti passare la serata accompagnandola in giro per depositi di auto rimosse).

La settimana scorsa la scrittrice Sloane Crosley (nella foto) si è candidata a fata madrina delle gatte morte con un articolo sulNew York Times in cui spiegava che lei ha questo problema: si scusa sempre. Dice che è una cosa delle donne (tutte quelle che hanno atteggiamenti odiosi – troppa ambizione, troppo sentimentalismo, troppo vittimismo, troppa fissazione per la dieta – li attribuiscono all'essere state allevate con tic e aspettative da donne; quelle normali le ascoltano e pensano: «Si vede che m'hanno cresciuta come un uomo»).

Tutte abbiamo moltissime amiche che, pur di non restare sole, sono disposte a fare gli occhi dolci

Dice che è perché è donna che in un ristorante s'è scusata col cameriere che le aveva servito un'insalata con del terriccio dentro; e poi s'è scusata perché, essendo vegetariana, ha rimandato indietro una pietanza a base di pancetta: e poi s'è scusata perché chiedeva la forchetta che non le avevano portato.  Secondo me non è perché è donna: è perché le interessa più far innamorare che cenare. È perché, come la tipica gatta morta in cerca di marito, ha detto sbattendo gli occhioni all'inutile pezzo di carne con cui esce: «Caro, il ristorante sceglilo tu che sei più bravo» (e lui, che di solito mangia solo pizza al taglio, ha scelto quel covo d'incompetenti).

Tutte abbiamo moltissime amiche che, pur di non restare sole, sono disposte a fare gli occhi dolci invece di dire «Ma come t'è venuto in mente di portarmi in questa bettola?».

Credits: Getty Images