In un'imperdibile intervista al Sunday Times, Rupert Everett ha completato la sua metamorfosi: da archetipo di favoloso amico gay a contessa vedova di Grantham, la vecchia nobile che tiene insieme tradizioni e malelingue in Downton Abbey

Come Lady Violet, Everett ha una parola spietata per ognuno. A partire da Caitlyn Jenner, che l'anno scorso è diventata donna – nasceva Bruce, patrigno di Kardashian – ma «povera cara, non aveva la minima idea di cosa comportasse essere transessuale. Quando ha scoperto che sono tutte drogate o prostitute, è inorridita». 

Come Lady Violet, Everett ha vissuto abbastanza da avere un aneddoto personale a supporto di qualunque teoria: dai sei ai 14 anni si è vestito da ragazza «ma all'epoca era diverso: fosse successo oggi avrei iniziato subito con gli ormoni, invece a 15 anni già non mi interessava più». 

Come Lady Violet, Everett non sa tenere un segreto: per vent'anni amico del cuore di Madonna – «le grandi dive ti succhiano tutta l'energia» – ha scritto di lei nell'autobiografia Bucce di banana che sembrava un Picasso, si comportava da barista lagnosa, e masturbava Sean Penn nei ristoranti. Lei si è infuriata e non gli ha parlato più, lui ora empatizza con le ribellioni del figlio Rocco: vivere con Madonna «presenta le sue difficoltà». 

Ma proprio come come a Lady Violet in Downton Abbey, a Rupert Everett dovrebbero essere concesse solo poche battute a settimana. Per darci il tempo di metabolizzarle, e riciclarle con adeguato sopracciglio in società.