C'è quella che si domanda se le altre mamme non abbiano un lavoro, e dove trovino il tempo di tempestarla di messaggi sulla grave mancanza della psicomotricità dai programmi dell'asilo; quello che sbuffa a ogni notifica sull'ora di religione; quella che inoltra schermate per provare alle amiche zitelle che mamme più nevrotiche di lei esistono, e si disperano perché la mensa serve un formaggio che al loro piccino adorato non piace; quello che ha disinstallato WhatsApp per rendersi irreperibile. 

Il principale problema di tutti i genitori che conosco sono gli altri genitori. Il principale problema di tutti i genitori che conosco sono le notifiche dei gruppi WhatsApp creati per tenersi in contatto coi genitori dei compagni di scuola dei figli. Come per certi partiti politici che nessuno ammette di votare ma che misteriosamente vincono le elezioni, nessuno dei miei conoscenti è mai animatore di questi gruppi. Tutti giurano di detestarli, di aver silenziato le notifiche, di disprezzarne le preoccupazioni: nessuno è il genitore ansioso, tutti sono spettatori sprezzanti. 

La mia amica C., che insegna alle medie, lo usa come osservatorio della controparte. Nel gruppo dei genitori delle compagne di sua figlia scopre le verità che i genitori dei suoi alunni non le svelerebbero mai. Per la fine di quest'anno scolastico volevano regalare alla maestra una lampada di sale, «una roba da 12 euro: ho detto che se l'avessero regalata a me l'avrei buttata dalla finestra». 

Il denaro è un fattore primario nell'insofferenza da gruppo di genitori. Mi è appena stato inoltrato il monologo di un padre che, in uno stringato messaggio che occupa cinque schermate di smartphone, s'indigna perché il contributo di otto euro chiesto per la gita è troppo alto: la mia amica F. me l'ha inviato assieme a un elenco dei possedimenti dello spilorcio (mentre lui simulava indigenza, lei gli stimava il suv). Ma il mio preferito è quello (padre anche lui: sono più lagne delle madri) che vibratamente protesta perché il gruppo dei boy scout ha tenuto i loro piccini all'aperto per mezza giornata: «E se avesse piovuto?!». Cresceranno una generazione di rammolliti, ma c'è da essergli comunque grate: senza le loro schermate, di cosa parleremmo a cena?