Io David Bowie non lo capivo, che è la cosa più importante e formativa che ti possa capitare da piccola: che ti facciano ascoltare roba che non capisci. Non capivo perché Ziggy Stardust era truccato così strano, non capivo i lustrini, non capivo neppure che l'astronauta di Space oddity stava morendo. Ci ho ripensato stamattina, appena sveglia: ho pensato a Iman, 24 anni di matrimonio; ho pensato a quel verso «dite a mia moglie che l'amo tanto, lo sa»; e a quello sul pianeta Terra che è triste, e alla prima volta che ho scoperto, da un libro di testi annotati delle canzoni di Bowie, che c'era un'ambiguità – in tutta la sua poetica, e in quell'aggettivo: il pianeta Terra era triste o azzurro? Tra le molte cose per cui devo ringraziare David Bowie, anche l'avermi insegnato le sfumature della lingua inglese.

Vent'anni fa Madonna, che è sempre stata bravissima a spiegarci come siamo, ritirò un premio al posto di Bowie,e raccontò – nel suo discorso – che il suo era il primo concerto che aveva visto, a 15 anni, di nascosto dal padre. «Prima di quel concerto ero una banale adolescente ribelle di provincia, e mi ha cambiato la vita. Non per quant'era bella la musica, ma perché era grande teatro». L'hai cambiata anche a noi, David, a noi che pure siamo rimaste banali adolescenti di provincia, ma con l'idea che si potesse ambire a quello: a essere stranissimi, e fighissimi, e ipnotici.

E a fare tutte le cose giuste all'età giusta: essere l'icona delle perversioni e della bisessualità da giovane, scambiarsi la moglie con Mick Jagger (la Angie della canzone dei Rolling Stones è la madre del primogenito di Bowie), e poi – quando gli uomini ordinari si fanno venire la crisi di mezz'età – trovarsi una moglie adulta e passarci la vita, tutta, finché morte non ci separi. Se sei stato il più elegante dei ribelli da giovane, poi puoi diventare un favoloso tradizionalista, monogamo e capace di tenere segreti: David Bowie è morto ieri notte; il suo ultimo e meraviglioso album, Blackstar, era uscito da tre giorni; nessuno sapeva che avesse un cancro da quasi due anni. Era una star, mica una starlette.

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