La prima volta che Gabriele Muccino m'ha rovinato il San Valentino avevo trent'anni. Ero in viaggio, quindi non ero potuta andare alla proiezione per la stampa di quel suo film intitolato Ricordati di me. Telefonai al tizio con cui mi accoppiavo, un tale stronzo che spicca persino in mezzo al repertorio di media stronzaggine delle mie relazioni di gioventù, e gli chiesi come fosse. Mi disse: è un film che ti spiega che sul 95 per cento del territorio italiano c'è copertura per i cellulari; se uno ce l'ha spento, o è sulla Sila, o ti sta facendo le corna. Lui, neanche a dirlo, aveva sempre il cellulare spento.

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Il cast del film A casa tutti bene, di Gabriele Muccino, al cinema dal 14 febbraio 2018.

Quindici anni dopo, lo sanno tutti: persino nelle più mansuete fiction di Rai 1 si capisce che la madre sta combinando dei casini quando la figlia sospira "Sono figlia di un'utente non raggiungibile". Lui lo sapeva prima: Gabriele Muccino sa delle cose di noi e delle nostre relazioni, e passa i film a sputtanarci. In A casa tutti bene, che vi rovinerà questo San Valentino, ci siamo tutte: la coppia in cui lei sospira "Come siamo fortunati", e lui intanto telefona all'amante dicendole "Ma io amo solo te"; la coppia in cui, quando smette di smaniare e non volersi accasare lui, comincia lei; la coppia che è durata abbastanza a lungo da diventare saggia e sapere che le corna non contano poi granché e "Le vite normali non esistono"; la coppia in cui lui è debole e ridicolo e a lei tocca fare quella che si mette a litigare col mondo; e, soprattutto, la coppia di secondo letto.

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Il regista Gabriele Muccino sul set del film A casa tutti bene con Stefano Accorsi.

Quella in cui l'ombra della prima moglie ossessiona la seconda, per la vera ragione per cui nascono tutte le ossessioni: eccesso di tempo libero. "Tu devi trovarti un lavoro, la tua vita non può continuare a ruotare attorno alla mia", sospira il marito; "È stupida, gli stupidi sono pericolosi", sbotta la prima moglie dopo l'ennesima scenata; "Poveraccio, che pena mi fa", osserva cocciantianamente la figlia adolescente, ancora illusa che la sua vita sarà diversa, che si salverà dall'inevitabile inferno della famiglia.