Sì, vogliamo anche le rose, se serve ribadirlo. Pure quelle che durano una sera e si autodistruggono nel vaso di casa. Le rose neglette degli ambulanti che fanno girare gli uomini dall'altra parte davanti al ristorante, sbuffare, finché una donna non tira fuori il borsellino al momento dei saluti, per regalarle alle amiche: 5 euro 5 rose. Una galanteria davvero a buon mercato. E invece no, dice il marito tutto d'un pezzo, non voglio incoraggiare questo commercio... Non è che non sono romantici e pure un po' tirchi, gli uomini, è che sono coerenti: è una questione di principio.

Volete la parità e ci chiedete di regalarvi i fiori e di portare pure i sacchetti della spesa? Sì, grazie, quinto piano. Non è che se pretendiamo pari diritti sul lavoro e nello sport, nello studio e nelle faccende di casa – faccende in senso lato, non solo domestiche – potete permettervi di fare i buzzurri. Abdicare per ripicca a tutte le mansioni che spettano a un maschio: buttare la spazzatura, aprire la portiera, attaccare le mensole, trattarci bene... Che può sembrare una cosa antica, e invece garba pure alle millennial.

E invece gli uomini con la scusa che noi «vogliamo tutto», si sono messi comodi. E ci fanno fare tutto, in effetti: gli straordinari e la cena la sera, ma pure attaccare le mensole se serve. Ma non sono contenti. Mentre noi addizioniamo ruoli e mansioni, loro sottraggono e si sentono avviliti. Noi rivendichiamo, loro si vendicano. Il ristorante si paga fifty fifty, le spese della casa si dividono, i fiori non si comprano, ché se siamo «uguali» che te li compro a fare, se proprio ci tieni comprateli tu.

Uomini romantici ristorantepinterest
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Insomma ci mancano gli uomini all'antica. A noi che antiche già lo siamo, ma anche, credo, alle giovinette. Che sono per fortuna più sgamate di noi, però sempre romantiche, porca miseria. Ascoltano le canzoni sdolcinate, guardano le commedie americane e credono che in giro ci siano davvero giovanotti – anzi, Jovanotti, come tanti suoi cloni – pronti a chiamarle ragazze magiche e raggi di sole. La mamma di una di loro gliel'ha anche scritto qualche settimana fa a Lorenzo su Facebook che non si fa, che così gioca sporco. Perché le ragazze s'illudono e aspettano. E aspetta aspetta, restano single. Oppure si fidanzano ma sono scontente. Allora si sfidanzano e dicono «Mi basto». Si bastano così tanto che arrivano a sposarsi con se stesse, come ha fatto Laura da Lissone, che aveva talmente tanta voglia di farsi un giro con l'abito bianco da mettersi da sola la fede al dito, di fronte a officiante e 70 invitati. Il suo matrimonio sulla carta non vale niente, ma ne hanno parlato tutti i giornali. «Si può vivere una fiaba anche senza principe azzurro», ha detto.

Belle parole, però che tristezza. Non per lei, per il genere umano. Ché a forza di fare tutto da soli – le nozze, i figli, l'amore – poi finirà che non ci si parlerà più. Si chatterà soltanto. Senza scordare le buone maniere, speriamo. Secondo una recente indagine di Meetic, leader del dating online in Europa, il 76 per cento delle utenti single interpellate considera gli uomini davvero poco cortesi. Fanno proposte inappropriate, sono invadenti, spesso bugiardi, usano frasi fatte e copia-incolla per rimorchiare nel mucchio. Ora non è che se una va in chat significa che ormai è proprio alla frutta.

Si può rinunciare senza dubbio alle rose, ma a forza di rinunce vai a sapere dove si va a finire

Anche le single della Rete pretendono rispetto e gentilezza (71 per cento), attenzione (60 per cento), interesse (47 per cento), magari qualche coccola (12 per cento: dai fiori alla cena vale tutto). Così il sito d'incontri ha creato un codice di comportamento e un indicatore di galanteria, il Meetic Badge, segnalato da una rosa (è solo un disegno, tranquilli, non costa niente). Perché vi parlo di gentilezza? Perché penso che, con le debite proporzioni, tutto parta da lì.È quando si gioca al ribasso che certe cose scappano di mano. Si può rinunciare senza dubbio alle rose, ma a forza di rinunce vai a sapere dove si va a finire.

Maria Elena Viola, direttore di Gioia! Scrivetemi a: direttoregioia@hearst.it