Mesi fa il New York Times ha pubblicato un articolo sui pendolari estremi: gente che ogni giorno si fa quattr'ore di treno per andare in ufficio. Siccome ognuno è il complesso di qualcun altro, mi colpì soprattutto il tizio che – quando arriva a casa a mezzanotte dopo una giornata di lavoro, e prima di alzarsi all'alba per prendere un treno e tornare al lavoro – si mette le scarpe da ginnastica e va a correre. Io, per dire, oggi cancellerò il pilates (cinque minuti a piedi da casa) perché sono troppo affaticata per aver scritto questo articolo.

Hillary Clinton, nella sua appena uscita autobiografia (What happened, che spero non traducano Cos'è successo perché sennò ogni volta che vedrò la copertina mi verrà spontaneo canticchiare i Lùnapop, «Cos'è successo, sei scappata da una vita che hai vissuto, una storia che hai bruciato e ora fingi che non c'è»), pone le basi per essere il mio nuovo complesso, superando il pendolare: ha una routine ginnica, racconta, che ha eseguito disciplinatamente in ogni stanza d'albergo per tutta la campagna elettorale. Mentre io cancellavo lo yoga (sempre cinque minuti a piedi) perché ero troppo affaticata per aver scritto 50 righe sui suoi ultimi 50 comizi.

Hillary Clinton ha il suo complessopinterest
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Hillary Clinton compirà 70 anni il 26 ottobre 2017.

Ma anche lei ha un complesso: Ruth Bader Ginsburg, l'ottantaquattrenne giudice della Corte suprema che ancora fa i plank, quelle flessioni da ferma che, ogni volta che qualche istruttore prova a farmene fare una con l'obiettivo di tenere la posizione trenta secondi, mi vedono miseramente crollare al quarto secondo, invocando un bicchier d'acqua come avessi fatto un'intera campagna elettorale. Ci sono quelle che ti complessano con la forza dei loro plank, e quelle cui basta uno sguardo. Hillary, per dire, butta lì che la truccatrice gliel'ha suggerita Anna Wintour (nella foto di apertura con Hillary Clinton), «dopo avermi vista a un evento e aver capito che mi serviva aiuto». Chissà come le ha guardato il mascara sbavato. Chissà che forza d'animo ci vuole, per non chiudersi in casa dopo quello sguardo.