Alba Chiara è stata uccisa dal fidanzato Matteo, poi morto suicida. Progettavano la convivenza ed «erano così felici», tanto nelle fotogallery su Facebook quanto nel ricordo dei conoscenti. Pure Nadia, ventunenne, l'ha uccisa il fidanzato Francesco, di 13 anni più grande: lei, a quel che si dice, era un po' stufa della gelosia di lui; lui l'ha strangolata dopo una discussione in auto, poi ha vagato per ore col cadavere sul sedile, infine è andato a costituirsi.

S'allunga anche in questo 2017 la lista delle donne uccise dagli uomini che stavano loro accanto, il ritmo non cambia, ogni due giorni ne viene fatta fuori una, però si continua a far finta che le emergenze nazionali siano altre e nessun telegiornale strilla «allarme sicurezza».

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Chi sono gli assassini di donne? I dati aiutano a mettere a fuoco il disastro: secondo un'indagine condotta dall'Istat insieme al ministero della Giustizia, nel 63,8 per cento dei casi a uccidere è il marito o il convivente; segue l'ex, al 24 per cento, mentre il 12 per cento delle volte è il fidanzato.

Nel 63,8% dei casi a uccidere è il marito o il convivente

La stragrande maggioranza delle vittime è italiana, e anche i carnefici lo sono: italiani nel 74,5 per cento dei casi, mentre – per gli appassionati di statistiche legate alla nazionalità – i femminicidi compiuti da uomini dell'Est europeo sono il 13,19 per cento del totale, i sudamericani si fermano al 3,22 per cento e i nordafricani non arrivano al 3.

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L'arma di gran lunga più utilizzata è il coltello, e quattro volte su dieci non si tratta di un paio di colpi mortali, ma d'un vero e proprio accanirsi sul corpo della vittima; quanto al movente, tiene banco la gelosia, variamente declinata, ma più che altro l'idea che la donna appartenga a colui che pensa d'amarla, o più banalmente di possederla. Più allarmante di così…