Milano Zucchero e Catrame, la playlist di Matteo Maffucci e del suo diario da expat a Milanopinterest

Canzone per leggere l'umore: Dogs, Damien Rice

Sono i pomeriggi estivi che mi mancano.

Sono i momenti dove la noia è piacevole, tra nuvole e puntini di sospensione.

Ci sono io che guardo fuori dalla finestra in questa città che mi ha accolto e c'è il silenzio di fine luglio, dove ti chiedi se sono partiti tutti o se si stanno nascondendo solo da te. Siamo vicini al momento dei saluti, quelli immaginari, quelli veri, quelli che dici tra te e te.

Siamo vicini a quella gioia strana, quella che da una parte ti accende il cuore, ma dall'altra ti spinge a dire che tanto tornerai. Gente che carica le macchine sotto casa, con figli che portano piccole valige e zaini e io che muoio di curiosità per sapere cosa ci hanno messo dentro. Ho ricordi bellissimi di quando io e la mia famiglia ci preparavamo per partire per l'estate. Quello zainetto, quello mio, era la cosa più preziosa di tutte. Scegliere cosa portare era uno dei momenti più importanti. Sceglievo e selezionavo il mio mondo, quello da condividere e quello solo mio.

E poi il viaggio in macchina, la musica che si sceglieva a turno, le soste all'autogrill, fino al paesaggio che cambiava e la consapevolezza che stavi arrivando in vacanza. L'arrivo e poi quel senso di euforia misto a paura.

Cosa mi succederà quest'estate?

Milano si comporta come Roma, quando la lasci non ti saluta, ma devi salutarla tu. Quando ero adolescente prendevo il motorino e andavo davanti a tutti i miei posti e, facendo finta di niente, come se non ci fosse una regia scritta e pensata, rallentavo e salutavo. Chi? Nessuno. Forse i posti, la gente, la città.

Un ultimo sguardo "al tutti i giorni" per poi volare via. Qui, ancora affacciato alla finestra, nella mia casa a Milano, rivivo e vivo le stesse sensazioni, ma più forti. L'età che passa ti abitua quasi a tutto, soprattutto a subire cambiamenti senza che siano preventivati.

Cambiare luogo, casa, città, in qualche modo ti fa ricominciare da capo, semplicemente perché stai più attento ai dettagli e il cuore, spesso, se ne accorge e sottolinea. Buone vacanze gente di Milano. Io rimango ancora per un po'. Scendo, mi metto le cuffiette alle orecchie, metto una canzone a caso di Damien Rice e mentre il sole inizia a essere meno protagonista, saluto la via.