A volte le spiegazioni bisogna cercarle nel passato, prima che le cose accadano. Il trauma nazionale di vedere Ambra - che potrà anche vincere un Oscar ma sarà sempre «la ragazzina di Non è la Rai» - che pomicia con l'allenatore della Juventus (Massimiliano Allegri) si spiega con una piccolissima frase di tre mesi fa.
Nella sede romana di Radio Rai c'era il funerale di Gianni Boncompagni. Era un funerale più allegro e meno trombone del solito: gli amici salivano sul palco e raccontavano delle cose. Irene Ghergo, che di Boncompagni è stata la metà professionale, si è portata sul palco Ambra Angiolini, che non è più da decenni la ragazzina cui lei e Boncompagni facevano da mentori durante quel programma. Ora è uno splendore di donna adulta, con quell'aria risolta di chi ha fatto tutto all'età giusta (se a 15 anni eri in tv tutti i giorni, poi a 40 non hai bisogno di fare l'esibizionista disperata su Instagram).
Insomma, la Ghergo sa qual è il nostro problema con Ambra, e sa anche come riassumerlo. La abbraccia: «La nostra bambina. Ha quarant'anni, la nostra bambina». Passano tre mesi, e te la ritrovi sui rotocalchi che bacia un cinquantenne. Come sarebbe, è normale? È la nostra bambina.