Fateci caso: ormai in politica nessuno ha il coraggio di legare la parola immigrazione a un concetto positivo. Lo si è capito chiaramente alla tre giorni del Lingotto di Torino, la convention renziana dedicata alle nuove idee della sinistra. Dove a un certo punto il microfono l'ha afferrato Emma Bonino, che Pd non è, pronunciando un discorso di questi tempi a dir poco rivoluzionario: gli immigrati sono una risorsa, pagano le pensioni, vanno integrati e non possiamo rispedirli nei campi di detenzione libici dove vengono violati i diritti umani.

La platea ha applaudito la leader radicale con un piccolo brivido d'imbarazzo, subito superato dalle parole degli interventi successivi. Dove l'accento è tornato su ben altri concetti: «Alla paura bisogna dare una risposta» (Nicola La Torre); «La gente ha paura e, di fronte a chi non vuole rispettare la legge, ci vuole la repressione da parte dello Stato» (Vincenzo De Luca); «La gente ha paura degli immigrati. Quello che ha detto la Bonino è importante, ma noi non possiamo trascurare la paura della gente» (Debora Serracchiani).

Sull'immigrazione la sinistra non sa più fare la sinistra, questo è ormai chiaro. E oscilla tra ovvietà, tipo «essere a favore della sicurezza», e veri e propri sconfinamenti a destra, fra Salvini e Donald Trump. Lo fa per paura di perdere voti, si capisce. Perché l'accoglienza è il tema più scabroso che ci sia e si intreccia pericolosamente con quello della disoccupazione.

Eppure la sinistra dovrebbe trovare il coraggio di dire che l'immigrazione è una risorsa in un'Europa a crescita zero. E dare più ascolto alle parole della Bonino. L'anziana leader radicale di sinistra non è, eppure ha dato una lezione di politica a una platea scettica e spaventata. Per battere la destra non serve scimmiottarla, servono idee originali. Si può essere accoglienti senza essere buonisti. Nel dubbio, chiedete al sindaco di Bergamo Giorgio Gori.