Prima di Internet c'era Cioè. Giornalino per ragazze smaliziate che avevano curiosità pruriginose sugli improvvisi appetiti carnali deflagrati tra i cumulonembi della tempesta ormonale. Se lo scambiavano a ricreazione, leggendo avidamente le risposte date alle impavide lettrici in tema di procreazione («Se mi siedo sulle sue ginocchia posso restare incinta?»), misure («Se sono piccola di statura devo usare un tampone piccolo? E per il resto…?»), autoerotismo («Se si rompe il termometro mentre mi tocco, posso morire?»). I dubbi erano molti e la confusione tanta. Non c'erano forum online su cui riversare in totale anonimato la propria ignoranza in fatto di sesso, né genitori pronti a chiarire snodi centrali con buono zelo e poca enfasi (e sì che avevano fatto il '68), né professori illuminati né opuscoli del Miur né Rai Educational né reality a tema. C'erano solo le amiche. E i fratelli. E Cioè.

Come arrivare preparate al primo bacio

Dunque, io avevo Chiara-Cittarelli. Che sull'argomento sapeva tutto. Non so se praticasse, ma sulla teoria era fortissima. Il fatto che la ricordi per nome e cognome e che così ve la citi, come se fosse il Castiglioni-Mariotti, glorioso dizionario di latino del tempo che fu, la dice lunghissima sull'imperizia e l'urgenza di fonti certe e didascaliche a cui mi appellavo per arrivare, non dico esperta ma almeno preparata, al grande appuntamento col primo bacio. Traguardo castissimo e banale, lo so, ma limonare a 13 anni può essere un problema se non sai ancora come si fa. Così un giorno, con grande vergogna, lo domandai a Chiara-Cittarelli, pretendendo non semplici dritte ma spiegazioni tecniche e puntuali. Il bacio alla francese era solo l'inizio, ben altri scogli avrei dovuto affrontate negli anni a venire. Con grande angoscia e in solitaria. Perché più si cresce più ci si sente «ciucce» a non sapere le cose e ci si muove a tentoni, prendendo informazioni smozzicate, facendo errori a volte irreparabili, rischiando. Io come tante della mia generazione.

I millennials sono più sgamati ma non più precoci

Oggi, al confronto, sembra tutto facile. Ora che i giovani hanno il conforto della Rete, i siti a cui chiedere ogni cosa, le scuole che si attrezzano con corsi ad hoc, i genitori che non cambiano canale se passano in tv le scene hot. E infatti i millennials sono più sgamati di noi, come rivela l'ultima indagine Censis condotta tra mille ragazze e ragazzi tra i 12 e i 24 anni. Ma non più precoci. Il primo rapporto completo arriva a 17 anni ed è, nelle intenzioni, a zero rischi. Il 93 per cento dichiara infatti di stare attento a evitare «spiacevoli sorprese», di certo il 74 per cento si protegge. Però molti confondano contraccezione e prevenzione e credono che basti la pillola a tenersi al riparo da tutto: bambini e clamidie. Per fortuna il preservativo vigila sulla beata ignoranza dei più: è usato dal 70 per cento degli interpellati. E questo forse è merito delle campagne sull'Aids, ben noto all'89 per cento del campione.

Sesso in Rete, c'è tanta confusione

Ecco dov'è che si vedono le differenze maggiori tra noi del Paleolitico e loro dell'era digitale. Le cose le sanno, ma a volte sono troppe e confusive. Se noi ci chiedevamo se masturbarsi fa male, loro sono alle prese con quesiti esistenziali: da cosa dipende l'orientamento sessuale, e fare sesso in Rete è solo «virtuale»? Bisognerebbe chiedere a Chiara-Cittarelli. Chissà se nel frattempo ha aperto un sito.