Non c'è bisogno di aspettare la fine delle festività per dichiararne la vincitrice: nessuna potrà superare la fidanzata d'un mio amico. Il quale era terrorizzato da un capodanno di musi lunghi perché aveva sbagliato regalo. Quindi ha chiamato la migliore amica di lei, per chiederle cosa la fanciulla desiderasse. Siccome la fidanzata è una gigantessa della pianificazione, sapeva che lui sarebbe ricorso a questo metodo e quindi aveva istruito l'amica a dargli indicazioni precisissime: non solo voleva un certo modello di borsa matelassé d'una nota casa di moda francese, ma la voleva d'un certo colore e di quelle esatte misure.

Sapendo che il fidanzato avrebbe chiesto consiglio alla sua amica del cuore, l'ha istruita con precisione

L'amica ha fatto il suo dovere d'intermediaria e lui è andato in negozio convinto si trattasse d'una cosa semplice. Lì si è presentata la prima difficoltà: quando gli hanno comunicato che costava come un rene al mercato nero degli organi, è quasi svenuto. Ripresosi, ha scoperto che in quel colore mica si trovava così, senza preavviso, come loro fossero una boutique qualunque. Tzè, dilettante. Forse ne avevano una trecento chilometri più in là. Con quel che la pago, ha azzardato l'ingenuo, me la spediranno. Egli non sapeva che nessuna disprezza chi è disposto a spendere migliaia di euro più delle commesse che per quegli euro ti strisciano la carta di credito. Noi non spediamo, l'ha stroncato la signorina, trecento chilometri di linea telefonica più in là. Sa, fa parte del nostro essere esclusivi e irraggiungibili. Imprecando, egli ha affrontato l'autostrada e portato a casa l'ordinazione (l'unica ragione per cui a un certo punto della giovinezza ci viene svelata la non esistenza di Babbo Natale è che a un certo punto i giocattoli si fanno costosi, e chi li compra pretende ringraziamenti personalizzati, mica è disposto a concedere il merito a un tizio vestito di rosso che va in giro con delle renne).

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Ora, dovete sapere che prima di sentir raccontare questa vicenda io ero convinta d'aver trovato la soluzione perfetta all'imprecisione dei regali. Sono anni che arrivo alle cene di Natale vestita di novità e dico a Tizio che questo golf me lo sono comprato da parte sua, a Caia che queste scarpe le ho acquistate per suo conto («Le ho trovate in saldo anticipato, hai fatto un affarone a regalarmele!»), a Sempronio che è stato proprio bravo a regalarmi quella camicetta che mi sono accuratamente comprata da sola.

E tutti siamo contenti (cioè, io più di loro, che ancora non si rassegnano a comprarsi regali da parte mia e quindi restano senza regalo ogni Natale, ma io non demordo: credo nella curva d'apprendimento). Poi è arrivata, a superarmi in facciacomeilculismo, la storia della borsa. Che non è mica finita. La ragazza e l'amica decidono che non è credibile che non si siano parlate. Che lei deve dire al fidanzato che ha saputo della sua richiesta d'indicazioni, sennò pare brutto. Quindi, settimane prima di scartare il regalo e fare la faccia «Ma non dovevi», inizia a dire – al tapino che ha già strisciato la carta e ha un enorme sacchetto con un logo francese nascosto dietro al borsone della palestra – che ha saputo, che è troppo, che così la mette in imbarazzo. Lui già così borbotta che noi donne siamo delle manipolatrici. Aspetto il climax. Quando, sotto l'albero, lei gli dirà: «Io a te non ho comprato niente: sei un uomo che ha tutto».