La scrittrice Barbara Alberti risponde alle lettrici e ai lettori di Gioia! che vogliono sottoporle i loro problemi di cuore: scrivetele all'indirizzo maleducazione.sentimentale@hearst.it . Ecco il suo consiglio a una signora che le ha scritto perché un suo ex spasimante malato di Azheimer è convinto di essere il suo amante.

«Fabio e Dodo, cugini, da ragazzi erano un po' innamorati di me e io di loro. Poi io sposai Fabio, Dodo una tedesca e si trasferì a Berlino. Siamo sempre rimasti legati. Dodo è tornato a 76 anni, vedovo, con un principio di Alzheimer. Lo abbiamo accolto nella casa in campagna dove viviamo con nostro figlio e la sua famiglia. Il male di Dodo peggiora e ha preso una china imbarazzante: un giorno a tavola s'è messo a raccontare che era il mio amante, fornendo pure i dettagli piccanti, e di come fregavamo mio marito e sua moglie, dei trucchi che usavamo per farli fessi... Noi ridacchiavamo, poverino non sa quello che dice, però sentivo che il dubbio era venuto a tutti, mio nipote di 13 anni mi ha detto: però da giovane ti divertivi, eh nonna? Scherzava, ma non del tutto, mio marito ha cominciato a farmi certe domandine. C'è un po' di freddo fra noi. Il guaio è che lui sarà fuori di testa, ma sembrava credibile. Che devo fare? Se mi giustifico, mio marito crederà davvero che ci sono andata a letto». Cleo

Risponde Barbara Alberti

Ma… ci sei andata? Ahi, m'è scappata una battuta cretina come a tuo nipote, a riprova del danno causato dal vecchio matto, gettando un'ombra fra te e tuo marito. Da giovane ti amava, quando hai sposato l'altro ha ripiegato sulla tedesca ma sei rimasta il suo sogno.

Chissà che alla nebbia mentale non si mescoli la rivincita dell'antico monello che vuol mettere zizzania.

Ora coi freni allentati si lancia in discesa e rivive ciò che ha tanto immaginato. E risulta credibile, perché i trucchi per fare fessi i consorti, mai messi in atto, lui li aveva studiati nel dettaglio. Ora con innocenza si prende la soddisfazione di spiattellare il suo desiderio più segreto, e chissà che alla nebbia mentale non si mescoli una rivincita, e che in un angolo della psiche l'antico monello non si diverta a mettere zizzania fra te e il più fortunato cugino. Lo so, non c'è niente da ridere sull'Alzheimer, ne ho assistiti due in casa, e nel dramma c'erano momenti di sincerità infantile, toccante, perfino momenti di sorriso, miracolosamente condiviso.