La vita è sceneggiatrice. In un film, sarebbe stato difficile credere alla coincidenza per cui proprio la settimana scorsa Adelphi ha fatto uscire Arte, una pièce del 1994 di Yasmina Reza. (Aveva avuto un’altra edizione italiana, così sciatta che sospetto l’autrice avesse comprato e bruciato tutte le copie: io al suo posto l’avrei fatto). Forse di Yasmina Reza avete letto la pièce teatrale che diventò il film di Polanski Carnage, o quel capolavoro di romanzo intitolato Felici i felici.

Arte era uno dei primi lavori in cui Reza faceva ciò che le riesce meglio: sbeffeggiare la borghesia dall’interno. Come tutti i testi della Reza è pieno di dialoghi brillanti (se gli dai dialoghi che lo facciano sembrare intelligentissimo o almeno di battuta prontissima, ogni grande attore vorrà recitare i tuoi testi, e diventerai la più pagata commediografa vivente); come tutti i testi della Reza parla di noi anche quando non parla di noi.

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Chi siamo, dei personaggi in scena? Serge, che ha pagato un quadro come un appartamento, e ha convocato i suoi amici solo per farsi invidiare, e quelli mai che gli diano soddisfazione? Marc, che si sente investito del ruolo di quello che dice che il re è nudo, e gli fa presente che quella che ha comprato è una tela bianca, il che fa di lui non esattamente un furbo investitore? Siamo quasi tutti Yvan, anche se non lo ammettiamo: quello che non vuole litigare con nessuno, e quand’è con Serge loda il suo grande fiuto per l’arte, e quand’è con Marc dice che quel quadro è una presa in giro.

Record Number Of Banksy Paintings For auction At Bonhamspinterest
Peter Macdiarmid//Getty Images

Chi eravamo la settimana scorsa, quando Banksy, non è chiaro se d’accordo con la casa d’aste o no, ha distrutto un proprio quadro appena aggiudicato per un milione di sterline? Eravamo quelli che ammiravano il genio, o quelli che pensavano «L’ho sempre detto che l’arte contemporanea è una presa in giro»? Di sicuro Banksy era Serge, che dà un pennarello a Marc, e poi si gode lo spettacolo di chi, pur ritenendo quella tela bianca una truffa, mica oserebbe scarabocchiarla.