Quando voglio sapere dove sta andando questo povero Paese, io guardo un programma di Maria De Filippi. Da cinque estati, Nostra Signora del Paese Reale produce un programma di spiagge e corna. Si chiama Temptation island: prende sei coppie (il conduttore specifica «non sposate e senza figli in comune»: l’editore non vuol sentirsi dare dello sfasciafamiglie se incontra un vescovo alla Scala), separa gli uomini dalle donne, e mette gli uni in mezzo a tredici femmine scompagnate e le altre in mezzo a tredici maschi disponibili. Ci sono telecamere dappertutto, ma dopo vent’anni di reality nessuna telecamera c’inibisce più. Ai cornuti e alle cornute (teorici: è tutta roba di «con lei hai ballato il lento che non balli con me» e simili) viene fatto vedere il video di cosa ha fatto la persona da cui sono separati, in loro assenza. Le reazioni sono sempre iperboliche: le telecamere non c’inibiscono ma ci anabolizzano. Maria De Filippi conosce la regola di Mike Nichols: la prima scena ti deve dire esattamente di cosa parleremo e cosa aspettarti. Quest’anno, la prima inquadratura di Temptation island era per la coppia che è meglio d’un sondaggio elettorale. «Sono Oronzo, ho 29 anni, e vivo felice in questa casa coi miei genitori». Di fianco, Valentina, la fidanzata con cui sta da un decennio. In comune hanno sopracciglia scempiate da un certo qual eccesso di pinzette, e la domanda che suscitano: ma perché? Perché, Valentina, stai con uno che ci tiene tanto a continuare a vivere con la mamma? Perché, Oronzo, soffri di quest’infondata autostima?

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Certo, un po’ Oronzo è un bluff: siamo pur sempre una repubblica fondata su Bruno Cortona, il personaggio di Vittorio Gassman nel Sorpasso. «Ho un grande difetto che non riesco a gestire: mi piacciono tantissimo le donne, che ci posso fare», aveva detto Oronzo sul divano della mamma, e noi l’avevamo guardato perplesse: come minimo non sarà ricambiato. Quando vede i tredici manzi in mezzo ai quali soggiornerà Valentina, Oronzo dice «Per fare una bella persona non ci vuole fisico, palestra: ci vuole anche un po’ di testa, e io c’ho testa, e io c’ho testa», e in montaggio, crudeli, non gli tagliano la ripetizione di «e io c’ho testa», quella terribile doppia autocertificazione. «Che fai Oronzo?», gli chiede una signorina, e lui risponde, giuro, «La bella vita: acca 24 al mare»: Oronzo è uno che per dire «ventiquattr’ore su ventiquattro» dice «acca 24», Oronzo parla come un sms. Neppure le signorine il cui lavoro è fingere di trovarlo interessante riescono a simulare; ma Valentina, vedendo i video in cui si agita attorno a qualunque femmina, si irrita comunque. Le altre cinque la consigliano: «Devi fargli vedere che tu sei desiderata, perché lui è uno che cerca di schiacciarti». Non: mollalo; macché: ingelosiscilo.

E quindi Oronzo, da «Ne trovo centomila meglio di lei», passa a piangere, a pregarla di riprenderselo, a mettere in scena sublimi dialoghi quali «Sei la donna della mia vita, prima te lo dicevo così, ora ci credo», «Veramente prima non me lo dicevi proprio». E lei se lo riprende. Perché, mentre noi cianciamo di parità salariale, di ruoli dirigenziali per le donne, di opportunità professionali, là fuori c’è un Paese in cui, pur di non essere la zitella al pranzo di Natale, ci si tiene pure un Oronzo. Acca 24.