Ci sono scelte che non vorresti fare mai. Ci sono momenti in cui l'emotività, l'ansia e la voglia di agire sono così forti che certi pensieri vorresti cancellarli subito. Quando tornano, però, devi assecondarli: un po' per riflettere, per cercare di capire, e un po' per provare a cambiare qualcosa. Ecco, io da tempo sento il desiderio di misurarmi su altri fronti e mettermi alla prova. Voglio aggiungere e sottrarre. Così, poco fa, ho preso una decisione importante: lasciare Roma per trasferirmi a Milano.

Sono sempre stato un amante dell'umanissima e normale quotidianità, quella che si ripete fino a diventare vita piena e di valore. Adoro i legami e soprattutto non so tradirli, è la mia natura. Roma è il mio più grande amore perché semplicemente è casa mia, mi ha reso quello che sono – purtroppo e per fortuna – mi ha trattato male, bene, poi di nuovo male e poi di nuovo bene. Roma è il grande amore che lascio. Ho bisogno di farlo perché essere da un'altra parte è ciò di cui, adesso, ho bisogno. Voglio concedermi il lusso di costruire altrove.

A Roma lascio la memoria, che ovviamente mi porterò dietro. Roba piccola, anzi grande. La quotidianità. Renato che mi taglia i capelli a via Taro, il bar e i cornetti di via Benaco, il plaid di nonna, l'odore ferroso dell'androne del mio palazzo, la mazzetta dei giornali presa da Fabrizio, le strade che faccio da sempre, gli sfregi sui muri, il campo da tennis condominiale dove per giocare un'ora a settimana bisogna aspettare che muoia il notaio o il chirurgo, la pizza scrocchiarella della Mora, il sole tiepido di dicembre, il fiume in piena, mia mamma che si preoccupa, mio padre che va sempre come un treno, mia sorella mamma, i miei nipoti... I miei amici.

«A Roma lascio la memoria. Sono pronto a morire di nostalgia. Sono pronto e godo»

Mi porto tutto, ma devo andare. Voglio andare. Ho bisogno di una nuova avventura. Una nuova sfida. Un nuovo inizio. Come quando ho cominciato a scrivere canzoni con Thomas, quando ho cambiato casa e ho scritto un libro, poi ho fatto un disco, un altro libro e ancora un disco…

Lascio per capire meglio chi sono stato, chi sono, chi sarò. 

Che cosa mi mancherà di più? Riuscirò a trovare i miei "posti"? Le mie persone? Farò così tante classifiche che Nick Hornby al mio confronto diventerà un dilettante.

Milano: solo mettere insieme queste sei lettere, adesso, mi sembra strano. Come firmarsi con un altro nome. Parto dal principio però che la creatività, il lavoro, il tempo che passa sono importantissimi. E io ho bisogno di finire un sacco di cose, adesso. E farne tante altre che non conosco. Sono pronto a fallire sul serio, a morire di nostalgia, a sentirmi solo come un cane. Sono pronto e godo. Lascio Roma e me ne vado. Parto. Che paura. Che bello.

matteo maffucci racconta le sue peripezie di expat a Milano nella rubrica Milano Zucchero e Catramepinterest
Maurizio Zorat

Matteo Maffucci, cantante degli Zero Assoluto, lascia Roma per Milano: qui potete seguire (e commentare) le sue peripezie di expat.