Se Dante Alighieri fosse ancora vivo,dovrebbe aggiungere un nuovo girone nel suo Inferno, il più vicino alla bocca della Terra, il più lontano dalla luce
e da Dio, quello degli orchi che mangiano i bambini. Bisogna avere
un tipo molto speciale di crudeltà, un'indole scarnificata da ogni umanità per fare del male a chi non sa difendersi. La loro spietatezza ha un'aggravante: quasi sempre restano impuniti. Perché il loro crimine non lascia sangue, le vittime non muoiono – fisicamente. Gli orchi che mangiano i bambini agiscono indisturbati in mezzo agli altri, a volte sembrano persone perbene. Sono tra noi, come noi. Per questo nessuno li prende.

Davanti a certi orchi non c'è difesa alcuna

È che nessuno sa che sono orchi,a parte i bambini. Ma lo capiscono quando ormai è troppo tardi. Dopo che li hanno lasciati entrare, fidandosi delle promesse e dei modi gentili, incapaci di discernere il bene dal male, incapaci soprattutto di reagire. Dopo,
è così tardi che non dicono più a nessuno chi sono. E cosa hanno fatto. Ci sono orchi che sono orchi veri, senza maschere; davanti
a quelli non c'è difesa alcuna, puoi solo farti prendere e mangiare, far finta che vada tutto bene e continuare a vivere, come se fosse normale. I bambini mangiati dagli orchi - come la piccola Fortuna Loffredo - sono come piante senza sole. Il loro cuore è un bulbo secco in cui sta chiuso un segreto. La pianta cresce, non si sa come e quel bulbo diventa un sasso, una cosa dura al centro del petto da cui possono nascere spine
con cui far male agli altri, a propria volta, oppure calamite che
ti trascinano a fondo. 

Una rete internazionale con 45.000 affiliati

Si può diventare adulti con queste pietre nel cuore, senza scoprirle mai. Oppure ritrovarle all'improvviso ed esserne schiacciati. Abbiamo raccolto in questo numero le storie terribili di uomini e donne vittime di pedofilia che hanno ritrovato da grandi la matassa di abusi subiti nell'infanzia e hanno avuto il coraggio di riprenderla in mano e di sbrogliarla, per ricominciare a vivere. Le raccontiamo nei giorni in cui la polizia postale ha sgominato una rete internazionale di pedofili e quasi nessuno
ne ha parlato. 45.000 affiliati provenienti da cinque continenti, 420.000 post scambiati nel deep Web, tre anni di indagini,
sette arresti, decine e decine di bambini abusati. Un mondo sommerso portato alla luce, nell'indifferenza generale. La stessa alzata nei confronti dei minori stranieri non accompagnati che arrivano sulle nostre coste e scompaiono, fagocitati da gruppi criminali che li usano come giocattoli, violati nei luoghi che avrebbero dovuto metterli in salvo. Orrori indicibili di cui non sapremo mai niente. Perché non c'è un solo pedofilo che si sia pentito. Non uno che abbia collaborato con la giustizia. Continuano a fare gli orchi nel silenzio, mentre la vita va avanti.