Un altro femminicidio, dunque. Dopo Marinella, Carla, Luana, dopo tante altre, solo a contarle dall'inizio dell'anno, stavolta è capitato a Elisa, una donna di Parma. Quattro coltellate da parte di un uomo che non poteva accettare che lei scegliesse di andarsene, brutalmente, una dopo l'altra, e così la vita se ne va. E insieme alla vita di Elisa e delle altre, ancora un frammento di quella dignità e di quell'incerto fantasma di libertà che noi donne siamo sempre lì lì per cogliere e non cogliamo mai.

La violenza sulle donne, certamente è una piaga planetaria che coinvolge tutte le culture e qualunque società, ma di sicuro anche da noi permea lo stadio più o meno profondo della nostra coscienza collettiva, dal caso della ragazzina calabrese stuprata dal branco per anni nel profondo sud alla settentrionale ed emancipata parmigiana dalla cui morte prendono il via queste riflessioni. Permane, comunque, anche in Italia, con le dovute sfumature, l'idea di predominio e superiorità degli uomini sulle donne, unito a una diffusa sensazione di supremazia.

Ora non è che possiamo per l'ennesima volta limitarci a gridi di allarme, parole di sdegno, a concetti triti e ritriti. Sappiamo assai bene che natura e cultura hanno perfettamente congiurato insieme per costruire nella storia quell'anomalia sociale che è l'uomo, il maschio. «Anomalia sociale» in quanto uso a stravolgere l'esercizio del potere e l'istinto al possesso che, bene o male, si porta addosso. Il potere e il possesso in se non sarebbero male assoluto poiché istinti naturali, necessiterebbero della mediazione della ragione e dell'intelligenza e quindi di essere al servizio dell'equità, del buon senso, della giustizia a favore delle donne.

Nella nostra società evidentemente non si sono ancora formati gli anticorpi per far sì che tutto ciò accada. Chiediamoci dunque come uscirne, come resettare una buona volta e ricominciare

Questi anticorpi non possono che essere diffusi attraverso una cultura di parità di genere che, a sua volta, non può essere un carico lasciato in mano a poche famiglie illuminate bensì un preciso compito di cui deve assolutamente farsi carico lo Stato, a livello culturale, non fosse altro perché come afferma Margarette Chat, segretaria dell'Organizzazione Mondiale della Salute (Ons) «lo stato di salute delle donne è l'indice più significativo dello stato di salute della società stessa».

L'errore è già in età scolare. Noi insegniamo ai bambini una storia maschile dove le donne, a parte rari casi, risultano ombre vaghe e disperse in un universo di battaglie e trattati. Ed è qui che sta il nocciolo.

L'educazione alla parità di genere, e non solo di diritti per favore, ma di mezzi e di intelligenza, va presentata , difesa, inculcata, già nei primi anni e tenuta continuamente accesa e viva nel tempo.

La concezione di «donna oggetto» purtroppo, tutt'oggi non si riferisce solo al corpo e al presunto diritto maschile di usarlo a proprio piacimento ma soprattutto all'anima, allo spirito, al senso di plagio e appropriazione che il maschio crede di poter esercitare per mantenere un equilibrio di natura, questo certamente per motivi storici ma anche perché spesso è il più debole, il più insicuro, infantile e complessato.

La battaglia ci appare durissima, mava combattuta con ogni mezzo, con parole e fatti perché questo sconcertante disequilibrio ci proietta verso un futuro spaventoso, oltre che vergognoso e insano.

La società dominata da un pensiero predatorio maschile sta portando il mondo alla catastrofe e forse anche per questo vale la pena cambiare

Il senso ultimo del mondo, del tempo dell'universo, dell'esserci e vivere, va indagato e scoperto insieme, pena la fine dell'umanità.

Chi è Daria Colombo

Daria Colombo, art director e giornalista, ha dato vita al movimento dei Girotondi a livello nazionale ed è impegnata in numerose iniziative di solidarietà. Da allora l'impegno politico «esclusivamente da volontaria» e quello sociale (opera anche in Kenya a sostegno dei bambini di strada) assorbono la maggior parte dei suoi interessi.

È sposata con Roberto Vecchioni, con il quale collabora da oltre trent'anni. Ha pubblicato Meglio Dirselo (Rizzoli 2010), disponibile in Bur, con cui ha vinto il premio Bagutta Opera Prima. Nel 2015 esce il suo secondo romanzo, Alla nostra età, con la nostra bellezza (Rizzoli), dal quale è stato tratto il recital La forza delle donne per sostenere Onda, l'Osservatorio nazionale sulla salute della donna e l'Associazione Casa delle Donne Maltrattate. Ha guidato la lista arancione di SinistraxMilano nelle recenti elezioni amministrative in sostegno del sindaco Giuseppe Sala.