Ho capito di essere diventata grande quest'estate. Grande, non vecchia. Ché vecchia è una brutta parola e non mi ci sento neanche un po'. Grande inteso come pacificata, saggia, ché pure matura non mi piace, mi fa sentire una pera.

In costume senza troppe paranoie

Dunque, è successo al mare. Ma forse anche un po' prima. Nel negozio dove ho provato un costume senza fare le solite smorfie di disgusto. L'ho infilato e l'ho tolto senza tante storie, come se fosse una giacca o un maglione, giusto per sapere se mi stava o no. Nessun sopracciglio alzato a soppesare avvallamenti e bitorzoli, nessun'aria di compatimento di fronte a quel pezzo di femmina orgogliosamente matelassé. Come fanno le persone adulte, presumo. Come facevano mia madre e mia nonna prima che esistesse quel tormentone della prova bikini. E il bikini, poi, nemmeno lo mettevano, abituate com'erano a indossare quelle armature di Lycra spessa con fodera e coppe rinforzate color carne, che in confronto il burkini mi sembra una tenuta da Bond girl.

Niente ansia da prestazione, finalmente!

È stato bello sentirsi finalmente esonerate come loro dai test da spiaggia, preoccuparsi solo dell'angolazione migliore per esporre il lettino al sole o del venditore meglio fornito di parei senza pensare di essere a un concorso di Miss Italia (ma ci siamo viste, tutte quante?), senza guardare e fare i confronti con le altre. Quelle col seno a pallina da tennis, quelle col perizoma stringatissimo, quelle scicchissime in costume intero, quelle in topless, quelle con la mutanda alta e quelle in triangolino brasiliano. Tutte lì in ansia da prestazione. Per capire se la dieta ha funzionato, se il ciclo di massaggi è stato ammortizzato, se l'Lpg valeva lapena… Serene. Perché tanto non vi guarda nessuno, ci si guarda solo tra noi. Con quell'occhio lì, intendo: chirurgico. Che siate budine o toniche, abbondanti o segaligne, gnocche naturali o gnocche ad alta manutenzione, siete belle tutte al mare: abbronzate e sorridenti, baciate dal sole.

Godersi il sole, il mare e il buon cibo

E così, con questa convinzione, ho anche mangiato tutto. Senza esagerare, ma tutto. Mi sono goduta con voluttuosa e scientifica incoscienza i sapori delle vacanze. Le melanzane e la mozzarella del Cilento, il Krusty Burger di Springfield, Universal Studios LA, e il mango con chili e limone di Venice Beach. Senza ascoltare i menagrami del conto calorico, i nemici del carboidrato, i fan del digiuno forzato, i crociati del gluten-free, sugar-free, fat-free, smile-free… che sempre s'incontrano sul proprio cammino. Ignorandoli letteralmente. Perché sono adulta e vaccinata e so come non farmi del male senza trasformare la vita in qualcosa d'insipido.

Mi sono goduta con voluttuosa e scientifica incoscienza i sapori delle vacanze

Le paranoie le lascio alle ragazzine, alle mie figlie, semmai si lasceranno abbindolare. Io ho già dato. Ora posso occuparmi solo del mare, del sole, del vento, delle cose belle che vedo intorno a me. Della gioia e del piacere al netto di tutte le scemenze. Bastava alzare gli occhi, chi l'avrebbe detto?