La moglie di Paolo Bonolis mette su Instagram una foto della famiglia che parte per le vacanze su un jet privato. Nei giorni successivi, difensori e detrattori del diritto di un miliardario a viaggiare da ricco si dividono in parimenti deliranti mozioni.
Quelli per i quali è un gesto fatto «alla faccia dei disoccupati» (non è chiaro in che modo la disoccupazione calerebbe se Bonolis viaggiasse su voli di linea).
Quelli per i quali è indelicato rinfacciarglielo visto che ha una figlia con problemi motori (se sei ricco, puoi spendere i tuoi soldi come ti pare solo se non hai la fortuna di avere figli sani e forti).
Quelli ai quali l'immagine ha ricordato che loro non arrivano alla fine del mese (questione di percezione: non sei davvero povero, finché non segui i ricchi sui social).
Quelli per i quali Bonolis può farlo perché lavora per Mediaset, mica per la Rai (speriamo che Carlo Conti viaggi low cost o che la moglie non abbia Instagram: non sono pronta alla polemica sull'eventuale jet privato noleggiato «coi nostri soldi»).
Nessuno che l'abbia lodato, povero Bonolis, per aver incrementato l'occupazione degli equipaggi dei voli privati: sono posti di lavoro anche quelli, no?