Ogni tanto qualcuna dice l'indicibile: non solo ho abortito, ma ne sono pure contenta. L'unico diritto di cui è dovere scusarsi non può essere raccontato senza dirsi straziate dai rimpianti. 

L'ultima è Chelsea Handler, comica americana che ha raccontato di quando,  a 16 anni, restò incinta per sbaglio. Due volte. La prima volta a portarla ad abortire furono i genitori. 

Nell'epoca della facile indignazione, il tono di sollievo è stato considerato così offensivo che Chelsea  ha dovuto spiegare che  la sua storia era una difesa della libertà: mica si stava vantando. 

Abortire senza rimorsi non si può, non se lo si fa  per la carriera (Cristina Yang  in Grey's anatomy), non se non si vuole il terzo figlio (come da racconto autobiografico della giornalista inglese Caitlin Moran). 

Tantomeno ci si può vantare d'essere state abbastanza lucide da non figliare a 16 anni. Zitta, e vergognati.