Annie Leibovitz non ha bisogno di molte presentazioni. Affermata, stimata, eclettica e imprevedibilmente istintiva. Al momento prepara un reportage fotografico sul presidente francese Macron per la rivista americana Vanity Fair, accettato dall'Eliseo solo perché sarà lei a realizzarlo. Perché la sua fotografia, che si tratti di reportage, ritratti o editoriali glamour, continua a soddisfare le nostre brame senza risparmiarci la fragilità, a dire tutta la verità sulla finzione e le inquietudini dell'appagamento. Sono le sue immagini a dirci anche quello che lei non direbbe mai, assecondando un temperamento intenso, rigoroso, a tratti spigoloso, ma sempre discreto. Come la sua lunga e tumultuosa (ma felice) relazione con l'amata Susan Sontag. Come i suoi celebri ritratti protagonisti della prima personale tedesca ospitata al Jörg Maaß Kunsthandel di Berlino (fino 27 aprile 2018).

© Annie Leibovitz, Meryl Streep, New York City, 1981pinterest
© Annie Leibovitz, Meryl Streep, New York City, 1981
© Annie Leibovitz, Meryl Streep, New York City, 1981

Ritratti dirompenti, come quello scattato a Meryl Streep nell'agosto del 1981 per una cover di Rolling Stones. Al viso completamente truccato di bianco come quello di un mimo, flessibile come la maschera di un'attrice dal talento e dal fascino non convenzionale. Capace di dare un volto da record (dal primo Oscar all'ultimo Orso alla carriera) alla maggior parte delle donne interpretate, sul piccolo e grande schermo, come su ogni genere di palco. Una vera icona. Scelta per la copertina di "Photographs" e la prima personale della fotografa nel 1983, ma anche per progetti come il raffinato "Malkovich Malkovich Malkovich" di Sandro Miller che, con la complicità di John Malkovich, rivive i momenti emozionanti della storia fotografica attraverso i ritratti che ne hanno nutrito la memoria collettiva.

«Le mie fotografie traggono forza dall'ambiente. Amo la strada, amo andare a casa degli altri, vedere cosa hanno appeso alle pareti, in quale poltrona si siedono»

Annie Leibovitz ama osservare, usare l'artificio per scovare la naturalezza e seguire le intuizioni che contraddistinguono molte delle opere che l'hanno resa celebre. Frammenti di storia, come quello suggellato dall'abbraccio accogliente di Yoko Ono al John Lennon messo a nudo con la sua fragilità e devozione, scattato qualche ora prima dell'omicidio dell'ex Beatle. Tutti i ritratti dell'universo femminile confluiti in "Woman", o nei calendari Pirelli, insieme a quelli di grandi star e icone culturali del XX secolo scattate nel corso della sua fulminea carriera. Dal ritratto di Patty Smith (finito sulla copertina dell'album Gone Again) al set degli episodi più recenti della saga Star Wars, passando per Whoopi Goldberg immersa in una vasca da bagno colma di latte, o la Regina Elisabetta II e la sua famiglia regale, la lista è lunghissima.

© Annie Leibovitz, Jackie and Joan Collins, Los Angeles, 1987pinterest
© Annie Leibovitz, Jackie and Joan Collins, Los Angeles, 1987
© Annie Leibovitz, Jackie and Joan Collins, Los Angeles, 1987

Gli oltre trenta ritratti in mostra a Berlino, contano anche una delle coppie più famose del fashion business, con Johnny Depp (vestito di nero) sdraiato su Kate Moss (messa a nudo e senza trucco nel 1994). Angelina Jolie nella vasca da bagno scattata all'hotel Ritz di Parigi (la casa di Coco Chanel) nel febbraio 2005. Scarlett Johansson in posa sul divano (2005). Robert Redford a Malibù, Jack Nicholson in vestaglia che fuma e gioca a golf, Leonardo Di Caprio tra i ghiacci, fanno compagnia al Re del Pop Michael Jackson (e il suo riflesso da showman). Ritratti di signora come quello di Jackie e Joan Collins (e della loro celebre rivalità), fotografate in auto nella Los Angeles del 1987, fanno da contraltare a quelle di Natalia Vodianova nelle vesti di Alice nel paese delle meraviglie. E questo non è che un piccolo assaggio!