Nonostante Antonio Manuel Martin Santos debba risolvere ogni giorno questioni spinose, è l'uomo più felice del mondo. Perché a Guatiza, sull'isola di Lanzarote (Canarie), lavora dove aveva sempre sognato: nel Jardin de cactus, il giardino dei cactus, fiorito quasi come per miracolo nella cava di lapilli vulcanici abbandonata dove lui, da piccolo, giocava ai "pistoleros". Di più. A 47 anni, in veste di discepolo e giardiniere, è appena venuto in Italia a ritirare il premio internazionale Carlo Scarpa per il giardino della Fondazione Benetton Studi Ricerche.

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L'oasi verde sbocciata nel 1990 laddove c'erano solo pietre nere – migliaia di piante grasse di centinaia di specie diverse – è una delle creazioni di César Manrique, pittore astratto spagnolo e vera istituzione di Lanzarote, che ha trasformato alcuni luoghi dell'isola in opere d'arte, modificandone la destinazione d'uso o approfittando delle manifestazioni della natura vulcanica locale. Così un bunker militare è diventato il Mirador del Rio, un belvedere sull'isoletta di Graciosa, separata solo da un braccio di mare (il Rio) da Lanzarote; mentre un tunnel di roccia con il tetto parzialmente crollato (jameos) si è trasformato in jameos de agua, mondo sotterraneo che ospita ristorante e auditorium. Estetica, ergonomia ed etica (leggi rispetto dell'ambiente) accompagnano sempre la firma del pittore astratto spagnolo: come nel ristorante El Diablo, nel parco nazionale vulcanico di Timanfaya, dove si cucina con il calore che arriva dalle viscere della terra.

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Le scogliere di Hervideros

O nel museo d'arte contemporanea nel castillo di San José, nel capoluogo Arrecife. Motivo ricorrente: il cerchio, citazione dei crateri e dei socos, i muretti di pietra che proteggono dal vento le viti. Si vedono bene a La Geria, nel nord, dove i cartelli invitano a fermarsi nelle bodegas per degustare ottimi vini, soprattutto bianchi (bodegasrubicon.com, lageria.com, losbermejos.com, elgrifo.com). L'uva, il sale delle saline (salinasdejanubio.com), i fichi d'India di Guatiza e Mala che danno ottime marmellate e un liquore, i formaggi di capra (queseria Rubicon, a Femés) che insaporiscono le tavole a Lanzarote. Aiutate dalle salse mojo verde e rojo e dal gofio, cereale tostato ingrediente clou di tanti piatti (provate quello escaldado, con brodo di pesce). A preparare entrambi s'impara alla Casa-museo del Campesino che, insieme all'annesso monumento, la Fecundidad (realizzato con serbatoi d'acqua delle navi), è sempre firmato da Manrique e segnala il centro geografico dell'isola.

Diffusa anche l'aloe, quella vera, la specie miracolosa per ogni malanno. Nei tre musei a ingresso libero con negozio annesso, a Yaiza, Punta Mujeres e Arrieta,si scoprono le qualità della pianta, alla base anche di tanti prodotti di bellezza (aloepluslanzarote.com). Se Manrique non ha ancora un monumento, a Lanzarote, se lo è guadagnato il dromedario, «la seconda istituzione locale dopo l'artista», scherza Herman Barreto, proprietario del museo agricolo El patio, a Tiagua. Perché l'animale, un tempo motore dell'agricoltura, oggi porta a spasso i turisti nello spettacolare parco vulcanico di Timanfaya (20 minuti costano 12 euro per due persone). L'Africa, da dove è arrivato nel 1405, è solo 130 km più a est.

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La spiaggia nera di El Golfo

Come arrivare a Lanzarote e dove mangiare

Un modo economico per raggiungere Lanzarote è utilizzare i collegamenti delle compagnie low cost, per esempio quelli di Easy jet, da Milano Malpensa, martedì e sabato, da 78 a/r (easyjet.com). Una volta a destinazione si può girare l'isola noleggiando un'auto: con Cabrera Medina (cabreramedina.com) a giugno una Opel Corsa 5 porte, per cinque giorni, costa 101.81 euro. O una bicicletta (il manto stradale è perfetto e ci sono poche salite).

Per il pernottamento una buona soluzione è Casa el morro (casaelmorro.com), circondata da un bel giardino con piscina (la camera per tre persone costa 118 euro a notte con prima colazione).

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Stefano Torrione

Tra i ristoranti segnaliamo quello del Pescador a Playa Quemada per il pesce, Casa Emiliano, a Femés, per la carne, quello della Casa-museo del Campesino per la cucina locale rivisitata. Le spiagge: tutte le playas de Papagayo, a sud; Famara per il surf; a nordovest, Caletón e, soprattutto, Mojon blanco, sulla punta nord. Per informazioni: Ente spagnolo del Turismo (spain.info) e Turismo Lanzarote (turismolanzarote.com).