È ancora estate a Nashville. Il sole riscalda il patio del ristorante Hattie B’s Hot Chicken, sul quale la gente si è disposta in una fila molto ordinata, ma anche molto affamata. Più caldo ancora, immagino, sarà il palato del ragazzo accanto a me che ordina la specialità della casa, lo Shut the cluck up: pollo fritto con panatura al peperoncino bhut jolokia, il più piccante al mondo. Ahia.

Neon signs on Lower Broadway (Nashville) at Nightpinterest
Nina Dietzel//Getty Images

Benvenuti in Tennessee, dove gli stereotipi si abbracciano con orgoglio e le chicken wing infuocate si mangiano in salopette, prima di andare ad ascoltare musica country dal vivo. Sì, un viaggio qui è proprio come lo si potrebbe immaginare, ed è un pregio: è un luogo dove si respira l’autentica atmosfera del Sud degli Stati Uniti, ricco di tradizioni ma anche di contraddizioni (chi direbbe mai che, proprio a Nashville, sorge una replica a grandezza naturale del Partenone?). La cosa migliore da fare per vivere appieno quest’atmosfera è partire dai sobborghi, per poi avvicinarsi al centro. Ecco l’itinerario collaudato da noi.

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Atmosfere stile Via col vento

Appena fuori città, esiste un mondo ancora fermo al passato, fatto di ventilatori che ronzano lenti nei pomeriggi afosi e di case antiche dalle assi che scricchiolano. Entrare alla Belle Meade Plantation (bellemeadeplantation.com) per un tour guidato in costume, per esempio, è come fare un tuffo dentro Via col vento: è una villa del 1853 che chiamano “piantagione”, anche se in realtà, a differenza di quella di Rossella O’Hara, non veniva usata per la coltivazione del cotone. Era, invece, un allevamento di cavalli da corsa, e persino il famoso purosangue Seabiscuit può far risalire il suo lignaggio fino alle stalle di Belle Meade. Qualche chilometro più in là, a Lynchburg, ecco l’ex collegio Miss Mary Bobo’s Boarding School. Fondato nel 1908, oggi è un ristorante con cucina rigorosamente casalinga e nove sale da pranzo: si mangia tutti insieme intorno allo stesso tavolo, ma non si resta sconosciuti a lungo.

Cowboy boots for sale in Nashville.pinterest
Jon Hicks//Getty Images
I più classici stivali da cowboy.

La lingua si scioglie in fretta, quando si condivide un piatto di mele cotte caramellate al whiskey. Già, whiskey all’americana, rigorosamente con la “e” per differenziarlo da quello scozzese. Il Tennessee ne è una delle patrie: è qui che, da oltre 150 anni, viene prodotta ogni singola goccia di Jack Daniel’s al mondo (jackdaniels.com). «E questo perché solo qui c’è un ingrediente particolare», mi spiega Jed, che come tutti i suoi colleghi ha un cappellino da baseball d’ordinanza e un lavoro alla distilleria secondo tradizione di famiglia, tramandato di generazione in generazione. «Quello che rende questo liquore inconfondibile, oltre al fatto di essere filtrato attraverso il carbone, è la pura acqua di sorgente, con una temperatura costante di 13 gradi». Provatelo anche con altri aromi, in altre distillerie della città, come la Nashville Craft Distillery, fondata da un chimico esperto in dna, e la Corsair Distillery, con un gatto-mascotte che vive tra i barili in fermentazione.

La mecca della musica

Anche Johnny Cash, che era nato in Arkansas ma che a Nashville è morto nel 2003, considerava il whiskey una delle sue fonti d’ispirazione, assieme ai cavalli, all’amore, all’omicidio e a Dio. Lo cantava e lo beveva cantando, e chissà se anche questo l’ha reso uno dei più grandi musicisti al mondo. Dici Nashville e pensi subito a un banjo, a un giro di basso suonato in un fienile. Non è un caso se la chiamano Music City: sta alla musica come Los Angeles sta al cinema. È un posto magico, dove ci si trasferisce per seguire il richiamo dell’arte, sperando di sfondare. Gli honky tonk di Downtown, i tipici bar ruspanti carichi di insegne luminose che sfornano shottini di alcol e musica dal vivo (tra i più famosi, Tootsie’s Orchid Lounge), pullulano di aspiranti star che hanno scritto almeno una canzone country strappalacrime e vogliono a tutti i costi fartela sentire, un po’ come succede in A star is born, il remake con Bradley Cooper e Lady Gaga.

ATandT building towers over historic buildings of lower Broadway, Nashville, Tennessee, USApinterest
DanitaDelimont.com//Getty Images
Una veduta della Broadway a Nashville

Gli appassionati del genere hanno a Nashville i loro luoghi di pellegrinaggio, dove compiere atti di devozione in nome del folk e del blues. Il Country Music Hall of Fame and Museum (countrymusichalloffame.org) possiede una collezione impressionante di memorabilia, giacche frangiate, cappelli da cowboy, stivali ricamati e chitarre, da Dolly Parton a Taylor Swift. L’Historic RCA Studio B (studiob.org), invece, è il più antico studio di registrazione della città, uno dei preferiti di Elvis Presley, che ci arrivava guidando la sua Cadillac da Memphis: qui, ha registrato più di 260 volte, compresa la hit Are you lonesome tonight?. Ma è la sera che la scena musicale si anima davvero. Il Bluebird Cafe (bluebirdcafe.com) da fuori sembra quasi anonimo, e invece è uno dei locali più famosi per ascoltare musica dal vivo: raccolto, con i tavoli disposti in cerchio, ha ospitato, tra gli altri, Keith Urban e Faith Hill.

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Il Grand Ole Opry di Nashville, lo spettacolo radiofonico country più longevo al mondo.

L’altro “tempio” musicale è il Grand Ole Opry (opry.com), lo show radiofonico più longevo al mondo, che ha cambiato spesso sede ma è rimasto fedele al format nato nel 1925: permette agli esordienti di incrociare le ugole insieme alle leggende del country. Un palco che però non va confuso con quello del Ryman Auditorium (ryman.com), la sala da concerti se non più famosa d’America, sicuramente più romantica: è lì che nel 1956, secondo la leggenda, Johnny Cash ha incontrato per la prima volta June Carter, promettendole su due piedi che un giorno l’avrebbe sposata. Perché in fondo Nashville è un po’ così: magica. Quando fa una promessa, poi la mantiene, offre a tutti una possibilità. È piena di luci, ma non acceca.

Accordi golosi: i locali da scoprire

Tra le sorprese più inaspettate di Nashville, c’è forse la creatività (e bontà) in cucina. Se immaginate una città americana di solo junk food, non potreste sbagliarvi di più. Da Folk, per esempio, meraviglia la pizza, seppur atipica, con fiori e misticanza, ma anche la ‘nduja fatta in casa: il menu è stagionale, lo chef Philip Krajeck è cresciuto in Europa, e si sente (goodasfolk.com).

Più sperimentale il menu di Geist Bar + Restaurant, locale ricavato nella bottega di un fabbro dei primi del Novecento, nel quartiere hipster di Germantown. Da provare le capesante al melone (geistnashville.com). Cucina tradizionale rivisitata, invece, per Husk, a Downtown. Lo chef pluripremiato Sean Brock dice che se un ingrediente «non proviene dal Sud, non entra dalla porta»: il cheeseburger lo conferma (husknashville.com). Per chi preferisce provare il classico brunch – quello con i pancake, le uova strapazzate e il bacon supercroccante – gli indirizzi culto sono due: The Loveless Cafe, fondato nel 1951 (offre anche ricette online, lovelesscafe.com), e il più ricercato Josephine (josephineon12th.com).

Da provare anche ostriche & whiskey nel ristorante e oyster bar Henrietta Red: Julia Sullivan è la chef e proprietaria (henriettared.com).

Musica da camera: gli hotel dove soggiornare

Se si chiama Music City, anche il soggiorno non può che essere a tema note. L’Hutton Hotel, per esempio, permette di noleggiare i suoi Writers Studios: sono spazi creativi attrezzati per comporre quando la Musa chiama e stanze insonorizzate per prove sia vocali sia con le chitarre. Non solo: il suo club interno, l’Analog, ha un palco per concerti dal vivo capace di ospitare fino a 325 persone (da € 245 la doppia, huttonhotel.com).

Per chi vuole restare vicino al famoso Music Row, il quartiere storico di Nashville dedicato all’industria musicale, a distanza di passeggiata c’è il Kimpton Aertson Hotel. Ultramoderno, è dotato di spa e piscina sul tetto, con la brasserie interna Henley, famosa per i cocktail della casa, sperimentali e con un tocco floreale (da € 282 la doppia, aertsonhotel.com). E per raggiungere la città? È stato lanciato da poco un volo diretto di British Airways in partenza da Heathrow: viaggiando da Roma, tariffa da € 716,54; da Milano da € 707,55 (britishairways.com).