Sono sempre più numerose le viaggiatrici solitarie: lo confermano Booking e Tripadvisor. Per alcune questa scelta è massima espressione di libertà, per altre scoperta di sé e delle proprie risorse, per molte un modo per andare oltre la comfort-zone. Quel mix di rinuncia e passività che spinge a restare nella routine e a non affrontare sfide e avventure.

Viaggiare da sola interrompe i pensieri negativi

Durante un trekking in Patagonia o in un mercato-labirinto a Marrakesh non c’è tempo per i NAT, Negative Automatic Thoughts, pensieri negativi automatici, vedi: non ce la farò. Fra i dirupi o lungo una scogliera non si rimugina: si agisce in velocità. Secondo una ricerca di #WeGoSolo a spingere una donna a viaggiare senza accompagnatore è il desiderio di cancellare le elaborazioni negative, uscire dal tunnel della disperazione e cambiare di segno l’emotività.

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Jessica To'oto'o / Unsplash.com

Viaggiare da sola aiuta a trovare il proprio ritmo

I neurobiologi suggeriscono di intraprendere cammini in solitaria per incrementare la produzione di endorfine, abbassare il livello di cortisolo e acido lattico, modulare la serotonina. E trovare, così, il proprio ritmo. Soli è possibile contemplare per ore un paesaggio, rincorrere con lo sguardo le nubi nel cielo, aiutare un anziano ad attraversare la strada. Le belle scoperte in solitaria sono meditazioni che migliorano la capacità di giudicare le cose e di comprendere i propri desideri più profondi, assumendosi, in piena consapevolezza, la responsabilità delle azioni e del tempo.

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Tristan Colangelo / Unsplash.com

Le regole per viaggiare da sola

Meglio non percorrere strade deserte specie di notte; non indossare gioielli o abiti vistosi, non portare con sé l’ultimo smartphone, dotarsi di un piccolo kit di pronto soccorso.