Lo ammetto, sono una scambista. Ogni estate faccio uno scambio casa: vado in vacanza con la famiglia a casa di qualcuno che passa le vacanze a casa mia. Capita che ci scambiamo anche la macchina. Qualche volta ho conosciuto chi dormiva nel mio letto e dava da mangiare al mio cane, altre volte no. Ho sempre trovato case linde e accoglienti e ho sempre ritrovato la mia casa ben ordinata e il cane in ottima forma.

Dopo qualche anno, non posso più fare a meno: l'idea di andare in vacanza in un appartamento per turisti, senza una storia, senza la vita dentro, mi metterebbe tristezza.

Non sono particolarmente gelosa della mia casa e se chi viene da me in vacanza si prende la briga di mettersi a curiosare tra le mie cose, beh, io sono contenta.

Scambio casa, da Siena a Manhattan

Per l'ultimo scambio sono stata a New York: un mese in un appartamento a Manhattan a pochi passi da Union Square sarebbe stato impensabile per il mio budget familiare, ma lo scambio casa rende tutto possibile. Come l'ho trovato? Tramite una rete di amicizie. Tra gli americani il passaparola è sacrosanto. Se un amico di un'amica di una tua amica dice che sei una persona per bene e che casa tua non è niente male, si innesca un meccanismo virtuoso. Ecco una coppia di newyorchesi che progettano di trascorrere un mese in Toscana. Ammetto che vivere in una città d'arte come Siena è di grande aiuto, però anche le mie amiche milanesi scambiano alla grande.

Una ventina di email, scambio di fotografie, accordo sulla data, reciproca promessa. Poi arriva il momento critico, quello in cui è ora di acquistare il biglietto aereo. Chi lo fa per primo si espone al rischio che l'altro, per qualche motivo – anche legittimo, tutto è possibile –ci possa ripensare. Bisogna fare leva sull'onore, sulla promessa data. Quando, dopo qualche giorno, arriva la conferma che anche i newyorkesi hanno in tasca il biglietto per l'Italia, il gioco è fatto. Posso cominciare a fantasticare con mia figlia sulla sua camera con vista sull'Empire State Building, sulle mostre e gli spettacoli che vedremo, gli amici americani che andremo a trovare.

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Il bello di sapere che c'è qualcuno a casa tua

I newyorchesi sono arrivati da noi un giorno prima che noi partissimo: il tempo di conoscersi, di fare gli onori di casa e mostrare le cose minime da sapere: questo lo spazio liberato negli armadi, cosa dare da mangiare al cane, wi-fi, lavastoviglie, impianto di irrigazione del giardino, dove fare la spesa, quali sono i nostri ristoranti preferiti (o da evitare), cosa vedere. Noi siamo stati accolti dal genero dei nostri ospiti per un veloce briefing sulla casa, ed eccoci nel nostro appartamento di Manhattan, pieno di oggetti e libri d'arte, piante, in cucina c'è persino una moka per il caffè. La padrona di casa ci ha lasciato le sua tessera socio del Whitney Museum, il frigorifero pieno e persino le chiavi della casa al mare. Questa sì che è ospitalità.

Tutti i giorni arrivano messaggi whatsapp da casa: il cane è un amore, abbiamo irrigato il giardino, come si accende lo stereo?… In fondo è rassicurante sapere che c'è qualcuno che si prende cura della tua casa, mentre tu ricambi volentieri il favore.

Scambio casa, una questione di fiducia

Scambiare casa è una questione di fiducia e se proprio si vogliono evitare problemi, ci sono polizze assicurative che coprono tutto. E poi si possono sempre nascondere o mettere sotto chiave gli oggetti di valore, chiudere le stanze off-limits, posto che vale sempre la norma non scritta del “chi rompe, paga”.

Uno scambio casa si può organizzare tramite i numerosi siti che mettono in contatto i potenziali scambisti. Dall'inizio di quest'anno avrò ricevuto una cinquantina di proposte da tutto il mondo: da piccoli appartamenti nel cuore di Parigi a ville hollywoodiane nel Vermont, da case sulla scogliera in Australia ad anonimi condomini di Amsterdam: è ora di decidere a casa di chi andare in vacanza la prossima estate.